Stanotte mi sono masturbato tre volte. Che fatica! Era da molto tempo che non orchestravo un terzetto di seghe e per fortuna non ho perso il mio tocco magistrale. A parte le stronzate, ho sborrato allegramente tre volte per divellere una depressione incipiente. Odio gli stati d’animo malinconici e spesso la masturbazione per me è l’arma più veloce ed efficace con cui fronteggiarli. Adesso mi sento molto meglio fisicamente e il mio umore è tornato sui binari della consuetudine. Mi piacerebbe trovare un’alternativa alla masturbazione per sedare le tristezze passeggere, ma finora né la meditazione né il conteggio delle note suonate da Eddie Van Halen si sono rivelati dei buoni espedienti. Le mie seghe sono brevissime e meccaniche, assomigliano molto di più a uno starnuto che ad un atto di piacere. Parlo e scrivo continuamente di masturbazione perché essa rappresenta il migliore strumento di sollievo che io conosca. Evito accuratamente che la mia masturbazione assuma una forma cronica e ossessiva poiché suppongo che praticarla morbosamente sia deleterio. Mi rendo conto di apparire ridicolo, idiota e, gergalmente, piuttosto sfigato, ma non posso ritrarmi dall’esposizione della verità e non mi curo degli insulti che io stesso formulo e con i quali, io per primo, mi derido violentemente. L’unica cosa che mi infastidisce è la mia tendenza a ripetere gli stessi concetti. Mi dispiace essere un po’ monocorde e mi annoia tornare puntualmente su questo argomento che ormai non è più nemmeno caro, ma per adesso non posso farne a meno. Per usare un francesismo: c’est la vie, che cazzo.
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