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Una fantasia erotica ricorrente

La masturbazione mi ha sempre aiutato a contenere lo stress. C’è una fantasia ricorrente che uso per farmi le seghe. Premetto che la mia immaginazione erotica tende a produrre situazioni nelle quali non mi cimenterei mai nella realtà. Spesso immagino di fottere una quarantenne insoddisfatta, una donna un po’ flaccida con una vita tranquilla. Immagino incontri serali con lei nella sua casa di periferia. Mi vedo di fronte alla sua porta. Io busso con nonchalance, lei apre velocemente e mi accoglie con addosso una guepiere che stride con le fattezze un po’ cadenti del suo corpo da nubile disinibita. Credo che l’apogeo erotico di questa mia fantasia si trovi nel desiderio della donna di possedere la mia giovinezza per rivere il suo passato da ragazza. Penso che un altro cardine erotico di questa fantasia si trovi nella differenza di età: questa caratteristica non ha a che fare con la gerontofilia, ma con la necessità di includere nella mia fantasia due date di nascita che alludano a un rapporto incestuoso tra madre e figlio. Nelle mie parole c’è un evidente riferimento al complesso di Edipo che ho incontrato molte volte nell’approfondimento puramente teorico della mia sessualità. Come ho già scritto non metterei mai in atto le mie fantasie. La mia visione dell’amore mi impedisce di essere un semplice oggetto sessuale o di accostarmi a una mia simile per usarla come un mero strumento di piacere. Inoltre le mie fantasie perderebbero la loro efficacia se le convertissi in situazioni reali. A volte penso come l’apparato onirico della mia sessualità potrebbe rivoluzionarsi se perdessi la verginità.

Francesco

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