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Nei meandri

Alcuni tipi di discrepanze divorano il tempo degli uomini. Le trappole dei fraintendimenti e gli errori delle percezioni possono condizionare in modo irrimediabile l’aspetto gestaltico di un individuo. Credo che l’ambiente in cui ogni essere umano vive sia composto da due parti uguali: la realtà estetica e lo stato d’animo che la ricopre. Sono stato involontariamente nelle culle dell’arte, ma non sono mai riuscito a emozionarmi né sono mai stato colpito dalla sindrome di Stendhal. La mia sensibilità, in senso lato, non mi permette di apprezzare la maestria e l’ingegno di chi mi ha preceduto e credo che la mia incapacità di emozionarmi, almeno un po’, di fronte ai migliori parti culturali della mia specie rifletta il vuoto emotivo che spazia in tutti i campi della mia interiorità. Credo che l’intimità di molte persone sia formata da pareti scoscese. Eserciti di uomini liberi agognano la felicità messa in vetrina dai modelli economici e politici delle loro società. La goliardia e la spocchia mimetizzano bene le afflizioni, ma lo sguardo di una persona non mente perché non può essere sofisticato. L’insoddisfazione è palpabile, la frustrazione ne è una conseguenza palese e la noia di chi ha tutto e non riesce ad apprezzare nulla siede sul trono del malessere collettivo. L’amore viene banalizzato continuamente e la pronuncia della parola che lo rappresenta scatena tenerezza e imbarazzo, quando invece dovrebbe suscitare timore misto a riverenza. Mi aspettano alcune ore di luce senza senso. Et voilà: un po’ di musica, i soliti pensieri e le pedalate verso l’alto.

Francesco

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