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Quella strada buia

Ogni notte il buio azzittisce i rumori di quella piccola strada senza nome. Durante il giorno le persone passano tranquillamente lungo quella via, ma dopo il crepuscolo nessuno si azzarda a metterci piede. Numerosi fatti di cronaca nera e alcune leggende metropolitane hanno conferito alla strada una nomea molto tetra, infatti nel corso degli anni sono stati commessi omicidi efferati e stupri di gruppo sotto le luci stanche dei suoi lampioni curvi. Si tratta di una strada psicopatica che ospita anime patogene, un ammasso di pietre senza storia che attende ammassi di ossa senza vita, una costruzione lunatica e violenta nel sottosuolo di una metropoli ambigua. Alcuni anni fa una donna anziana morì in una delle poche case fatiscenti di quella strada maledetta e dopo venti giorni il suo cadavere, sventrato dai morsi dei topi e usato come crocevia da lunghe colonne di scarafaggi, fu ritrovato raccolto in preghiera di fronte a un’icona consumata dal tempo e dalle preghiere. L’aspetto torvo della strada incute timore anche alle divise più orgogliose che pattugliano le notti brave e solo gli ubriachi, i fuggiaschi e gli sprovveduti riescono a muovere i loro passi sopra quel selciato lugubre. Per coloro che sono stati uccisi quella strada è diventata una strada senza uscita, mentre per le vittime degli stupri di gruppo, tra le quali si annoverano anche dei padri di famiglia, quella strada è diventata una strada a senso unico da percorrere tragicamente per il resto della vita.

Francesco

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