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Dalla stampa al mio immaginario

Le piazze italiane attendono nuove manifestazioni. Sono un profano dell’economia e non ho la capacità per formulare una mia opinione sulla legge finanziara né sugli emendamenti che dovrebbero correggerla, ma sono curioso di sapere quali effetti sortirà. Stasera “Report” mi ha dilettato con il solito circo: truffatori mascherati da imprenditori, lavoratori incazzati in cassa integrazione, investitori ingenui, bilanci truccati e leggi messe alla berlina. Mi piace conoscere le attività brigantesche della penisola italiana e cerco di trarne insegnamento per stare alla larga da figure demoniache come i promotori finanziari. Non ho fiducia nell’establishment di turno. Napoli puzza e non lo scrivo per odio verso il meridione, ma per sottolineare l’ennesima odissea legata allo smaltimento dei rifiuti. Sono stato colpito dall’omicidio della giornalista russa Anna Politkovskaya, ma credo che quest’ultima sia stata colpita più di me. In Russia l’informazione non è ancora amalgamata bene con il potere e immagino che per questo motivo spetti ancora ai sicari il compito di controllare che lo zelo della stampa non superi certi confini. Cina e Giappone sono tornati in buoni rapporti per impedire alla Corea del Nord di divertirsi con il suo giocattolo nucleare. Attendo con impazienza gli sviluppi delle tensioni politiche dell’Estremo Oriente. Ormai le vicende irachene sono démodé e le puntate della missione “Isaf” si prospettano come una sequela di repliche macabre della serie “Enduring Freedom”. Forse qualcuno spera che Ahmadinejad e Kim Jong Il portino un po’ di novità.

Francesco

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