Grandi opere architettoniche ombreggiano le ombre delle caste inferiori. I mercenari con i colletti bianchi lavorano alacremente per i signori della truffa. Alla mattina il brontolio delle vecchie generazioni si manifesta con il fruscio dei giornali. Discorsi sempre uguali rimbombano fortemente tra panni stesi e piani regolatori. Pensionati canuti sono soliti ristrutturare le proprie case prima di morire. Perditempo dai polmoni neri aspettano che una manna dal cielo cada sul loro tavolino, tra le schedine e le tazzine vuote, tra gli stronzi e le stronzate. “Grazie, arrivederci”. Lo scontrino simboleggia il potere di acquisto e chi lo impugna non esita a sventolarlo come se fosse un’orifiamma. Mi sento a casa quando passeggio come un clandestino attraverso le notti del secondo millennio. Qualche volta mi fossilizzo su pensieri nocivi e partorisco inutili fisime in mezzo a strade deserte. Scambio poche parole con il mio prossimo e non mangio molto pesce. In questo periodo la mia notte paradigmatica è formata da silenzi demenziali e dalle scelte musicali del mio umore. Sono seduto sulla punta di un promontorio e, con la mano sinistra in mezzo alle gambe, osservo la mia grande distesa di tempo. A volte mi sento a disagio di fronte all’inutile immensità dei miei giorni. Sospetto che la mia attenzione ignori molte cose importanti, ma non ho prove per formulare una buona accusa. Mi mancano i mezzi per decifrare certe espressioni dell’animo umano, ma sono contento che nella mia dispensa ci sia sempre del cibo e dell’acqua. È impressionante la quantità di parole che ho accatastato in questi mesi. Penso che la scrittura e l’esercizio fisico mi permettano di vivere abbastanza bene, ma che vita sarebbe senza seghe? Un giorno citofonerò a uno psicoanalista per comprendere meglio il rapporto tra me e la mia masturbazione. Forse.
Chissà come fu il buio a cui si opposero i primi fuochi, quando i giovani…
Mi ha sempre disgustato il puzzo di fumo e per evitarlo mi sono precluso occasioni…
Era da marzo dello scorso anno che non riuscivo a serbare memoria d'un sogno, o…
Con un segno di comando ristabilisco un punto d'equilibrio. Non v'è in me prossimità alcuna:…
Non amo i visi lunghi nel duplice significato dell'espressione e anche a quest'ultima mi riferisco…