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La bottega del tempo

Non ci sono grandi novità. Un’altra azienda italiana coinvolta in uno scandalo, l’ennesimo golpe in uno dei quei paesi dove il turismo sessuale rappresenta una delle maggiori entrate, la sempiterna intolleranza religiosa e le solite zoccole incapaci che durano qualche stagione. Qualcuno a Bologna possiede un pezzo di carta che vale sessantuno milioni di euro, io ho un pezzo di carta che mi qualifica come conoscitore di tre lingue e qualcun altro si trova tra le mani un pezzo di carta che lo intima di abbandonare il suolo italiano: che grande spreco di cellulosa. Le mie ore di veglia sembrano dipinte da un minimalista. Sono sereno. Qualche volta mi duole la testa e ogni tanto i miei coglioni compiono moti vorticosi, ma in linea di massima il mio benessere è costante. Quando penso ai ai miei ventidue anni qualche amarcord tenta di insinuarsi nelle mie viscere per infettarmi con un po’ di inquietudine. I dubbi esistenziali per me sono una tappa obbligatoria nella vita di tutti i giorni. Il grande ammasso di tempo che ho a disposizione può essere paragonato a un transatlantico che necessita continuamente di manutenzione. Mi piacerebbe vendere un po’ del mio tempo: quei minuti che non finiscono mai, quelle ore di attesa che consumano il corpo e la psiche, e certi giorni difettosi. Voglio aprire una bottega del tempo. Le occorre una pausa dal lavoro? Ecco qua una clessidra da trenta minuti! Le occorre un po’ di tempo per pensare? Quella che vede è una clessidra da un giorno, costa un po’ ma l’aiuterà sicuramente a prendere una decisione. Già immagino le file alla mia bottega del tempo: malati terminali, fuggitivi, casalinghe e amministratori di ogni risma.

Francesco

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