Qualche giorno fa ho notato uno stelo nel mio bidet e non ho potuto fare a meno di immortalarlo. Mi chiedo come sia potuto nascere qualcosa nel posto dove di solito il mio culo e il mio scroto trovano refrigerio. Credo che lo stelo sia nato sulla ruggine grazie al concime delle mie cacate e all’acqua. Mi ha fatto piacere notare una nuova forma di vita tra le mura domestiche. Ho tentato di lavarmi senza infastidire troppo lo stelo e le sue piccole foglie, ma alla fine i flussi dell’acqua hanno estirpato la flora del mio bidet. Il cesso è un piccolo eremo in cui la merda trova la sua giusta collocazione e può rapportarsi con il suo creatore senza sfociare nella coprofilia. Da bambino rubavo i soldi a mia nonna, di solito le portavo via diecimila lire con le quali compravo dei buonissimi gelati nel bar sotto casa mia. Oltre alla delizia del glucosio, ricordo il piacere che provavo al momento di cacare un cotanto ammasso di grassi. Per me la merda che viene spinta fuori dal culo è un’allegoria della libertà individuale. In passato ho già scritto qualche riga su questo tema e ho approfittato dell’occasione per rivangare (eh sì, proprio per rivangare) la mia devozione per l’aspetto romantico del WC.
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