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Tokyo Fist

Oggi ho visto di nuovo “Tokyo Fist” in lingua originale e con i sottotitoli in italiano, e sono riuscito a comprenderlo un po’ di più. I protagonisti di questa storia sono Tsuda e Kojima, due vecchi compagni di scuola che si ritrovano per caso. Tsuda è fidanzato con Hizuru, la terza protagonista del film. Kojima è un pugile e vuole strappare l’indifferenza che si trova sul volto del suo vecchio compagno di scuola. L’indifferenza a cui si riferisce Kojima è legata a un evento accaduto alcuni anni prima che egli incontrasse di nuovo Tsuda. Una notte alcuni ragazzi infastidirono una ragazza e la uccisero involontariamente: da quel giorno Kojima e Tsuda (che non aveva assistito ai fatti) decisero di imparare a combattere per uccidere gli assassini, ma con il tempo Tsuda abbandonò questa causa e trovò un impiego. Hizuru tradirà Tsuda con Kojima, inizierà a decorare il suo corpo con piercing e tatuaggi e diventerà il motivo di contesa tra i due protagonisti. Ho trovato le riprese molto claustrofobiche e perfette per la virulenza che viene rappresentata in “Tokyo Fist”. Il dualismo tra Kojima e Tsuda porterà quest’ultimo a frequentare la stessa palestra del primo. Per me alcuni passaggi di questa pellicola sono ancora criptici e penso che mi occorrerà ancora del tempo per comprenderli. Il film è pieno di sangue che zampilla e di momenti cruenti che si diramano lungo uno scenario urbano angusto. Sono frequenti le sequenze aggressive e gli attimi di silenzio. Per me “Tokyo Fist” è uno stupendo groppo alla gola che dura quasi novanta minuti.

Francesco

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