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Arance e stilemi

Di solito non uso il bicchiere per bere, ma stasera ho deciso di utilizzarlo per godermi con calma la mia spremuta biologica di arance rosse. Oggi non ho fatto granché: ho ascoltato musica per buona parte del giorno, sono andato a fare la spesa, ho fatto qualche esercizio fisico e ho letto un po’ di cose sul web. In questo momento il suono di “Chello Ca Veco” dei Co’sang avvolge la mia stanza. Credo che non ci sia nulla che possa turbarmi in questo ultimo giorno di luglio. Questi sono i miei glory days e devo fare in modo che non si concludano prima della mia fine. Ho la capacità di restare in equilibrio senza subire l’azione corrosiva delle pressioni esistenziali e per questo motivo mi sento molto fortunato. Non pretendo di capire gli altri e non pretendo che gli altri mi comprendano; mi basta un’intesa di gesti e di sguardi per coordinarmi con i miei simili. Spesso le parole sono superflue e talvolta sono addirittura pregiudizievoli. Ho ancora molto tempo a disposizione e posso fare quello che voglio, ma nulla mi impone di fare qualcosa. Non ho sensi di colpa per la mia inerzia, non mi sento a disagio nel mio ruolo di nullafacente e non risparmio mai una risata nei confronti di chi mi sollazza con le proprie paternali patetiche e retoriche. Resto calmo mentre tanti altri si agitano e non mi lascio ingannare dalle tentazioni che possono alterare la mia percezione della realtà. Ci sarà sempre un pusher disposto a vendermi dei narcotici e ci sarà sempre un prete disposto a evangelizzarmi, ma in entrambi i casi io sarò sempre pronto a declinare il loro invito ad abbandonare la lucidità.

Francesco

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