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Introspezione e divagazioni

Cerco sempre di stare alla larga dai pregiudizi e dalla seriosità. Mi sento ridicolo quando leggo i melodrammi delle persone e ogni volta mi riprometto di non lasciarmi andare a comportamenti depressivi nei quali sovente scorgo una comicità pusillanime. Credo che uno dei miei difetti maggiori sia la propensione a pensare al futuro. Devo sradicare le mie aspirazioni chiaroveggenti. Mi stanco inutilmente quando penso all’avvenire e rimango con poche forze per apprezzare la bellezza concreta e costante del presente. Gli assoli fusion di Frank Gambale accompagnano le mie parole mattutine. Penso che spesso i comportamenti saccenti e arroganti degli altri nascano dalle insicurezze e dalle delusioni. Sono accondiscendente con chi reputo immeritevole di uno scambio verbale, in altre parole assecondo le persone grette come se avessero dei disturbi psichici. Quando l’idiota di turno cerca di convincermi, con una dialettica scialba e ragionamenti capziosi, dell’inferiorità della donna, io so che egli argomenta la sua pochezza a causa di una delusione sentimentale, perciò assecondo il succitato minchione con l’unico scopo di deriderlo. Alle volte la mia derisione è esplicita, altre volte no. Le persone più umili non dovrebbero farsi ingannare da quelle dialetticamente più intraprendenti. Ho notato che spesso chi ostenta presunte conoscenze in realtà ha grosse lacune e poche cose da dire. Vorrei che nessuno si facesse gabbare dai sofismi: la cultura non è sinonimo di intelligenza, così come la ragione non sta necessariamente dalla parte di chi esercita una buona retorica.

Francesco

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