Ogni volta che mi trovo seduto sulla tazza del cesso mi diverto a pensare. Per me il bagno è un piccolo monastero. Adoro spingere fuori lo stronzo di turno che pende dal mio culo e ponderare gli eventi del mio passato. Mi piace accompagnare la carta igienica sul mio sfintere e lanciare occhiate alle ipotesi che formulo riguardo al mio futuro. Tutte le volte che l’acqua calda del bidet accarezza il mio scroto rimango estasiato dal suo effetto corroborante. A seguito di ogni riunione di gabinetto lascio che il borotalco imbianchi i miei glutei. Ogni tanto mi affaccio allo specchio del bagno e inizio a parlare con un tipo che si chiama Francesco. In alcuni luoghi si chiama toilette, in altri WC, ma per me rimane semplicemente il reame della merda e del pensiero. Non ho parole da aggiungere, possiedo solo litri di urina che stanno nella mia vescia come in uno shaker e che attendono di evadere dal mio organismo.
Chissà come fu il buio a cui si opposero i primi fuochi, quando i giovani…
Mi ha sempre disgustato il puzzo di fumo e per evitarlo mi sono precluso occasioni…
Era da marzo dello scorso anno che non riuscivo a serbare memoria d'un sogno, o…
Con un segno di comando ristabilisco un punto d'equilibrio. Non v'è in me prossimità alcuna:…
Non amo i visi lunghi nel duplice significato dell'espressione e anche a quest'ultima mi riferisco…