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Correnti d’aria

Ho la sensazione che il vento del cambiamento stia iniziando a spirare. Mi chiedo se Eolo abbia in serbo per me un altro monsone colmo d’infatuazione o il soffio caldo di un eterno scirocco. I movimenti d’aria a cui mi riferisco non sono raffigurati sulla rosa dei venti ed è per questo motivo che mi è impossibile conoscerne le direzioni. Peno che le mani riescano a congiungersi con qualcosa di ultraterreno quando si intrecciano con quelle di qualcun altro e non quando si imprigionano l’una con l’altra in una preghiera fatua. La parabola di due vite inizia sempre con un incontro e termina altrettanto inevitabilmente con una separazione, ma credo che vi sia un modo inesprimibile per apporre un sigillo imperituro sulla simbiosi sentimentale di due entità viventi. Forse la mia è solo un’idea romantica per evitare l’accettazione della finitezza di ogni cosa imposta dalle attuali limitazioni delle conoscenze umane. Non voglio dare troppa importanza al futuro, però voglio preservarlo nell’esperienza costante del presente. Voglio che quel corpo, di chiunque sia, si accompagni a me senza dare troppo peso alle inezie di questa epoca e che riesca a fondere, con i suoi trentasette gradi, i metalli che costituiscono le parti più intime e riservate della mia interiorità. Io voglio fare altrettanto. Credo che la poesia di un rapporto non stia in continui trattati sull’eros né in un continuo atteggiamento melenso. Considero indescrivibile il collante di due persone e per questo motivo ritengo che non occorra nessuna frase particolare per interrompere il fruscio dell’acqua che aiuta una delle quattro mani a lavare un piatto nell’ora del pranzo. Per me è magnifica l’idea di un rapporto conscio della profonda intelaiatura che sorregge la sua apparente superficialità. L’ironia deve essere all’ordine del giorno per agire come vaccino contro atteggiamenti seriosi. Penso che la forma delle azioni di una coppia debba essere scherzosa e che solo il risultato delle volizioni debba assumere toni più austeri. Un esempio concreto: stare al capezzale di un congiunto di uno dei due partner senza incrementare le sfumature tragiche della situazione, ma presenziare con un tono quasi faceto in grado di sussurrare vicinanza durante gli ultimi battiti cardiaci del morente. La chiave di lettura di queste righe deve essere leggera e serena. Mi preparo al pasto nella speranza che quella vacca di mia nonna si sbrighi.

Francesco

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