È una semplice proiezione dell’intelletto, una candida fantasia del tardo pomeriggio. Vedo me stesso ormai quarantenne, disteso sopra un’amaca e cullato dal suo lento dondolio. Indosso un cappello di Panama con la tesa un po’ consumata, dei boxer e una t-shirt scolorita che raffigura l’isola polinesiana sulla quale mi trovo. Mia moglie passeggia al lato dell’oceano Pacifico; Cristo, è ancora bellissima. Sfila sulla sabbia con il pareo che le ho regalato, gioca con i suoi capelli castani e mi sorride con il suo sguardo transalpino, uno sguardo, ora, nascosto dalle lenti dei suoi occhiali da sole. Prima o poi torneremo in Italia e faremo un salto nella sua casa di Lione. Questa è una breve fantasia, è un lampo che illumina le 18:25 del mio 20 febbraio 2006.
Chissà come fu il buio a cui si opposero i primi fuochi, quando i giovani…
Mi ha sempre disgustato il puzzo di fumo e per evitarlo mi sono precluso occasioni…
Era da marzo dello scorso anno che non riuscivo a serbare memoria d'un sogno, o…
Con un segno di comando ristabilisco un punto d'equilibrio. Non v'è in me prossimità alcuna:…
Non amo i visi lunghi nel duplice significato dell'espressione e anche a quest'ultima mi riferisco…