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Gen

Per un’altra maratona sotto le due ore e quaranta minuti

Pubblicato martedì 23 Gennaio 2018 alle 15:55 da Francesco

Mi alleno intensamente con la consueta costanza e il mio fisico reagisce bene agli sforzi a cui lo sottopongo. In sette giorni ho corso 128km e di questi 104 a un ritmo medio di 3’51” in cinque sessioni da 20,8km ciascuna. Sto provando a velocizzarmi mantenendo però un buon carico settimanale e ho intenzione di eseguire molteplici sedute di ripetute sui mille metri. Non so ancora se il modo in cui mi sto allenando possa cagionare dei miglioramenti sensibili sulle mie prestazioni, ma per scoprirlo sono costretto a fare dei tentativi perché non ho un coach che m’istruisca né altri atleti con cui possa collaborare attivamente. Leggo, studio, m’informo ed eseguo un controllo sperimentale della previsione, un po’ com’era costume per Galileo Galilei. 
Dopo un anno ricco di soddisfazioni, nel quale i miei risultati sono andati ben al di là delle mie più rosee aspettative, ho maturato una maggiore consapevolezza dei miei mezzi, però non ho alzato troppo l’asticella degli obiettivi e di fatti per i mesi venturi me ne sono posto soltanto uno, ossia quello di correre nuovamente una maratona sotto le due ore e quaranta minuti.
Non so quanto io sia vicino ai miei limiti genetici e presumo (a torto o a ragione) di avere ancora un ampio margine di miglioramento, ma per me la corsa svolge anzitutto un ruolo importante a livello esistenziale e l’aspetto agonistico ne risulta dunque una simpatica appendice.

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Dic

7 maratone in 91 giorni: da 2h47’22” a 2h39’53”

Pubblicato martedì 19 Dicembre 2017 alle 12:54 da Francesco

Pisa Marathon: 2h39’53”. Per la quarta volta in tre mesi ho migliorato il mio record personale sulla maratona, ma non ho ancora assistito a quegli eccidi che di norma precedono il sovvertimento d’ogni ordine costituito. Pazienza.
Non sono ripetitivo, bensì sono gli eventi che si ripetono: è l’eterno ritorno d’ogni cosa, l’uroboro che morde la propria coda.
A Pisa, malgrado un fastidio al piede sinistro, ho osato fin dalla partenza con un passo di 3’42” al chilometro. Sono passato ai diecimila metri in 37’02”, alla mezza maratona in 1h19’10” e al trentesimo chilometro in 1h52’39”.
V’è stata anche una nota di colore, difatti alla partenza la mia hachimaki ha attirato la curiosità di un forte atleta giapponese col quale ho scambiato poche parole nella sua lingua. Costui ha corso buona parte della gara in quarta posizione, con degli intertempi mostruosi, ma nel finale ha avuto un crollo verticale e sono riuscito a precederlo all’arrivo per poco più di un minuto: io diciannovesimo, lui ventesimo. Gambatte!
Iniziato bene in quel di Cesenatico poco prima dell’equinozio autunnale, ho concluso questo ciclo di tre mesi nel migliore dei modi, oltre ogni più rosea aspettativa, sconfessando i pareri contrari di certuni e ottenendo una soddisfazione che non m’è dato ricavare altrove.
Come atleta sento di avere ancora un ampio margine di miglioramento, ma devo capire se io sia all’altezza di esprimerlo in quanto allenatore di me stesso: la vera sfida è quest’ultima.

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