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Di nuovo al principio

Pubblicato lunedì 1 Gennaio 2018 alle 00:50 da Francesco

Scrivo mentre il nuovo anno emette i primi e roboanti vagiti. Vicino a me non c’è nessuno, ma in lontananza odo il battesimo del fuoco. Per me gli ultimi dodici mesi sono stati come la faccia di un dio etrusco, Giano bifronte, infatti i primi sei si sono rivolti al passato e gli altri invece hanno mirato il futuro. Sotto la guida di una potente solitudine ho ampliato le mie conoscenze, ho allargato i miei orizzonti, ho conseguito soddisfazioni vivificanti e ho fatto anche qualche buco nell’acqua, ma d’altro canto gli incidenti di percorso fanno parte del percorso stesso.
Anch’io per ragioni di comodità seguo il calendario gregoriano, ma questa volta approfitto delle sue ripartizioni per affacciarmi sul futuro prossimo con uno spirito ulteriormente rinnovato. Invero non mi aspetto molto dall’avvenire e non confido in sue inaspettate prebende: forse questo mio atteggiamento è dovuto alla capacità di farmi bastare ciò che ho già e dalla furbizia di non sprecare energie verso quanto per me risulti inarrivabile. Mi sento un equilibrista e qualche volta temo di mettere il piede male perché non di rado vedo tanti che cadono da una fune identica alla mia, tuttavia tali inquietudini riescono a serpeggiare in me allorquando la stanchezza apra loro la via regia ai recessi della mia mente: evanescenti e infondate, esse poi svaniscono, come tutto del resto, anzi, come tutto il resto.
Ho in me stimoli che si rinnovano come in un processo pluricellulare, ho la mia quota di tempo da vivere e voglio modellarla nel migliore dei modi. Non vi sono alleanze atlantiche o paesane di cui mi possa avvalere, ma già da solo costituisco una legione. Scrivo per leggermi e mi leggo per pensarmi: è così che riproduco i miei giorni senza che ne derivi troppo materiale di risulta.

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