29
Ago

Inquietanti azioni a distanza

Pubblicato domenica 29 Agosto 2021 alle 17:26 da Francesco

Questo saggio divulgativo di George Musser mi ha attratto per la sua questione centrale, quella della località, un’astrazione scontata a livello macroscopico ma tutt’altro che ovvia nel mondo subatomico e a velocità relativistiche. Il testo si apre e indugia un po’ in un parziale riassunto della storia della fisica, un passaggio obbligatorio per una corretta introduzione al tema benché io abbia affrontato già altre volte preludi analoghi in scritti simili.
La località e la non-località implicano molteplici approcci allo spazio-tempo e difatti anche a quest’ultimo è riservato il giusto… spazio! Secondo me nel testo una delle suggestioni più importanti e feconde verte attorno alla diversa concezione dei buchi neri, rispettivamente dalla prospettiva della teoria della gravità e da quella dei quanti, le grandi protagoniste in cerca di una terza teoria che si presenti come loro unificatrice: per la prima l’ingresso in un buco nero è irreversibile, la seconda invece ne contempla l’irreversibilità. Inoltre, allo stato attuale, in virtù del fatto che la velocità e la posizione di una particella non sono indipendenti l’una dall’altra, le teorie anzidette vìolano il principio di località qualora si provi a combinarle, giacché così una particella può essere al contempo in due punti diversi o essa può trovarsi in punto e la sua energia in un altro.
Nella seconda metà del libro vi è l’esposizione di plurime ipotesi che hanno come paradigma d’elezione proprio i buchi neri e la possibile rivisitazione dell’idea di spazio-tempo, ma qua e là vi sono anche brevissimi sussulti in punta di filosofia, come quando, tramite una citazione del primo Novcento di Mach, Musser suggerisce come l’uomo debba le sue rappresentazioni temporali alla mutUa dipendenza delle cose.
Si è trattato del mio ultimo saggio con questo tipo di taglio “potabile”, difatti, come mi ero riproposto un po’ di tempo fa, ho cominciato a colmare le mie lacune matematiche nella speranza che un domani io possa avere i mezzi per affrontare un testo più tecnico su tali argomenti. Anche in ragione di questo modus operandi, e con lo scopo di dare varietà al mio (lento) studio da autodidatta, ho reintrodotto delle letture umanistiche al vaglio dei miei investimenti di tempo.

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27
Giu

La fisica dei perplessi di Jim Al-Khalili

Pubblicato domenica 27 Giugno 2021 alle 13:03 da Francesco

La lettura de “La fisica dei perplessi” di Jim Al-Khalili mi ha fatto capire che i volumi di semplice divulgazione non riescono più ad avvincermi come solevano fare, ma l’approfondimento della meccanica quantistica nei suoi formalismi richiede delle basi matematiche che al momento non possiedo. Purtroppo i testi accessibili tendono inevitabilmente a ripetersi: la storia della fisica classica, i pionieri del primo Novecento, l’esperimento della doppia fenditura, il concetto di funzione d’onda e quello del suo collasso, il principio di esclusione di Pauli, l’interpretazione di Copenaghen, la cantonata di Einstein sulle implicazioni della meccanica quantistica in concorso con Podolski e Rosen, i concetti di non località e decoerenza, gli stati di sovrapposizione, le quattro forze e, ovviamente, l’astrazione più pop di tutta la fisica, ossia quella del gatto di Schrödinger. Tutte cose che ho letto molteplici volte in saggi piuttosto chiari, piacevoli e simili tra loro, ma di cui comincio ad avvertire le inevitabili semplificazioni. Il testo di Al-Khalili è ottimo, ironico e dettagliato per quanto lo può essere un volume del genere, ma per me non contiene nulla che non abbia già incontrato e soppesato in letture analoghe. Ho comunque preso appunti amanuensi in doppia copia benché il senso di déjà-vu sia stato costante: si tratta di una buona abitudine che non voglio abbandonare. Ho ancora un libro divulgativo di George Musser da leggere, ma quando l’avrò completato eviterò scritti con questo tipo di approccio, perlomeno su tali argomenti.
O mi metterò d’impegno a colmare le mie lacune matematiche, per un primo avvicinamento alla fisica classica da cui poi tentare, a tempo debito, di capire matematicamente almeno qualche concetto di meccanica quantistica, o rivolgerò il mio interesse ad altri campi dello scibile umano. La mia capacità di apprendimento ha chiari limiti, ma siccome cerco una conoscenza fine a se stessa non ho ansie da prestazione. In ogni caso sul punto di morte (e forse anche prima, magari a fronte di una patologia neurodegenerativa) dovrò abbandonare tutte le nozioni incamerate. Fico.

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