27
Mag

Terzo concerto del Balletto di Bronzo

Pubblicato sabato 27 Maggio 2023 alle 16:42 da Francesco

Ieri sera, appena imboccata la Prenestina, ho visto volare un oggetto non identificato: apparteneva a una meretrice che lo aveva appena lanciato contro un’auto di grossa cilindrata.
Soltanto la presentazione di Lemures del Balletto di Bronzo (trio di cui avevo già visto due concerti) poteva convincermi a rimettere piede nella Caracas italiana: ne è valsa la pena perché alla fine ho rimediato anche una delle bacchette.
Ys uscì nel 1972, album occulto e di culto, imprescindibile e avanti di almeno cinquant’anni, perciò era nell’ordine delle cose che il suo seguito, Lemures, fosse pubblicato mezzo secolo più tardi. Dal vivo Gianni Leone e i suoi accoliti formano sempre un unicuum, qualcosa di alienante nelle molteplici accezioni del termine: paragoni non possono essere fatti, livello massimo, l’oltre-prog, “cosa altra” come si dice in certi ambienti.

Il concerto di ieri è avvenuto in una dimensione raccolta, quella del Traffic Club di Roma, circostanza a me congeniale per apprezzare le esibizioni dal vivo, ma credo che il Balletto di Bronzo meriti cornici più importanti come non di rado trova all’estero: nemo propheta in patria. Tra Ys e Lemures colgo una continuità eccezionale che forse non poteva avere altro tempismo, in pieno rispetto del cosiddetto kairos, ma non voglio scadere in una stucchevole idolatria e preferisco che siano i dischi a parlare in una lingua sconosciuta ai più.

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14
Set

Il Balletto Di Bronzo al Traffic Club di Roma

Pubblicato sabato 14 Settembre 2019 alle 23:21 da Francesco

Venerdì tredici, poco prima dell’imbrunire, ho guidato fino a una mesta periferia della capitale e là ho avuto il privilegio di vedere per la seconda volta un raro concerto de Il Balletto Di Bronzo, questa volta presentatosi con quella che lo stesso Gianni Leone ha definito la migliore formazione di sempre, sua conditio sine qua non per la registrazione di nuovo materiale di cui a tal guisa ho dedotto l’annuncio.

È difficile spiegare la portata di questo gruppo a chi non lo conosca, ma per me è nell’olimpo dei grandi anche se per merito di un solo disco, ormai uscito quasi cinque decadi fa e ancor oggi oggetto di culto tra gli appassionati di tutto il pianeta. Gianni Leone è uno dei miei tastieristi preferiti insieme a Wakeman ed Emerson (anche se per ovvi motivi ricorda più il secondo del primo). Con dieci euro d’ingresso ho potuto assistere a ciò per cui altri, a diverse latitudini, farebbero i salti mortali se venisse loro presentata la possibilità: nemo propheta in patria. 
”Ys” è un album imprescindibile per il progressive mondiale ed è incredibile come a quarantasette anni di distanza risulti ancora un’opera d’avanguardia; la mia copia in vinile adesso contiene anche una “leonina”, ossia una di quelle lettere (nel mio caso un’invettiva contro Chiesa e Stato) che Gianni Leone scrive in privato e poi lancia al pubblico: questa volta sono riuscito a prenderne una perché mi sono messo in prima fila con largo anticipo.
Era molto tempo che non mettevo piede al Traffic Club di Roma e l’ho trovato migliorato, perciò conto di vederci qualche altra band. Affievolitasi la passione per le gare, e non per mio dolo, riprendo la militanza sotto i palchi di mezza Italia, almeno laddove ritenga che valga la pena di avventurarmi. Ogni tanto condivido qualche trasferta, ma se dovessi sempre aspettare qualcun altro non farei mai una sega.

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1
Giu

Il Balletto di Bronzo in concerto a Roma

Pubblicato venerdì 1 Giugno 2018 alle 22:53 da Francesco

Ieri sera mi sono recato nella città eterna e là ho avuto il privilegio di assistere a uno dei rarissimi concerti de Il Balletto di Bronzo. Pochi eletti, ambiente raccolto: per fortuna avevo prenotato un tavolo per uno. Gianni Leone ha un’identità musicale ben definita e la sua esibizione dal vivo è stata un’esperienza intensa, ma al contempo mi sento di affermare senza tema di smentita che in lui Keith Emerson faccia ancora parte di questo pianeta.
Per me un album come “Ys” è al di fuori di ogni possibile classifica e ci sono delle valide ragioni se dal 1972 a oggi è diventato oggetto di culto in tutto il mondo: il tempo non lo definisce e lo spazio non lo colloca. Comincerò a sentirmi vecchio quando non avrò più voglia di mettermi in viaggio per assistere a eventi del genere. Ancora riesco a stupirmi di come certa musica moderna non senta il peso dei decenni, così come altra (e alta, còlta) non avverte quello dei secoli.

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