15
Ott

Vomitory a Roma

Pubblicato domenica 15 Ottobre 2023 alle 21:23 da Francesco

Venerdì tredici ottobre mi sono recato in una squallida periferia capitolina per assistere a un concerto dei Vomitory, leggendaria band death metal: già dieci anni fa avevo avuto modo di apprezzare dal vivo questo gruppo svedese nel tour d’addio alle scene, proposito poi smentito con tanto di nuovo album. È stato un bel concerto sebbene i polacchi Vader fossero la band di punta: anch’essi hanno suonato egregiamente.
Nel corso della serata non sono stati uditi colpo di Kalashnikov né giubbetti esplosivi con biglie di ferro in comodato d’uso, ma ormai tutto mi fa pensare che nuovi attentati siano imminenti

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27
Mag

Terzo concerto del Balletto di Bronzo

Pubblicato sabato 27 Maggio 2023 alle 16:42 da Francesco

Ieri sera, appena imboccata la Prenestina, ho visto volare un oggetto non identificato: apparteneva a una meretrice che lo aveva appena lanciato contro un’auto di grossa cilindrata.
Soltanto la presentazione di Lemures del Balletto di Bronzo (trio di cui avevo già visto due concerti) poteva convincermi a rimettere piede nella Caracas italiana: ne è valsa la pena perché alla fine ho rimediato anche una delle bacchette.
Ys uscì nel 1972, album occulto e di culto, imprescindibile e avanti di almeno cinquant’anni, perciò era nell’ordine delle cose che il suo seguito, Lemures, fosse pubblicato mezzo secolo più tardi. Dal vivo Gianni Leone e i suoi accoliti formano sempre un unicuum, qualcosa di alienante nelle molteplici accezioni del termine: paragoni non possono essere fatti, livello massimo, l’oltre-prog, “cosa altra” come si dice in certi ambienti.

Il concerto di ieri è avvenuto in una dimensione raccolta, quella del Traffic Club di Roma, circostanza a me congeniale per apprezzare le esibizioni dal vivo, ma credo che il Balletto di Bronzo meriti cornici più importanti come non di rado trova all’estero: nemo propheta in patria. Tra Ys e Lemures colgo una continuità eccezionale che forse non poteva avere altro tempismo, in pieno rispetto del cosiddetto kairos, ma non voglio scadere in una stucchevole idolatria e preferisco che siano i dischi a parlare in una lingua sconosciuta ai più.

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1
Ago

Banco Del Mutuo Soccorso ad Abbadia San Salvatore

Pubblicato lunedì 1 Agosto 2022 alle 23:51 da Francesco

Domenica, all’imbrunire, mi sono avventurato lungo le tortuose strade amiatine che serpeggiano fino ad Abbadia San Salvatore e là ho assistito a un concerto del Banco Del Mutuo Soccorso. L’ultima volta che avevo visto il gruppo dal vivo risaliva a dieci anni fa, quando ancora sia Francesco Di Giacomo che Rodolfo Maltese non avevano lasciato i rispettivi corpi.
Non sapevo cosa aspettarmi da questa nuova formazione, ma la curiosità e l’entusiasmo mi hanno spinto ugualmente a guidare per un totale di circa duecento chilometri: alla fine non me ne sono pentito! Ho trovato fin da subito una band eccezionale di cui avevo già visto i nuovi innesti con altre formazioni (il batterista dei Metamorfosi e il bassista de Il Balletto Di Bronzo), un Vittorio Nocenzi in forma e un Tony D’Alessio che sa rendere omaggio e giustizia alla voce del Banco senza imitazioni né forzature!
La scaletta ha attinto dai grandi classici del gruppo e ne ha coperto un po’ tutta la discografia, compreso l’ultimo convincente album pubblicato ormai un po’ di tempo fa, ossia Transiberiana. Mi è piaciuto ogni singolo pezzo e mi hanno divertito gli aneddoti raccontati da Vittorio Nocenzi, ma per ragioni personali i momenti che mi hanno esaltato di più hanno riguardato i brani tratti da Darwin!, dal cosiddetto Salvadanaio (il primo album omonimo) e una grandiosa esecuzione di Canto nomade per un prigioniero politico.
Io sono arrivato pochi minuti prima che il concerto cominciasse e mi sono messo subito in prima fila dove sono rimasto, come rapito ed estasiato, fino alla fine. È stata davvero una bella serata e il pubblico presente si è dimostrato molto partecipe, inoltre è stato un evento gratuito in seno alla locale festa della birra ove io, da astemio e contrario agli alcolici, non ho trovato niente a parte la musica: e mi pare poco? Lunga vita al Banco!

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23
Mar

Al Di Meola live a Ciampino

Pubblicato sabato 23 Marzo 2019 alle 11:53 da Francesco

Ho aggiunto un altro pezzo da novanta al novero dei grandi chitarristi che ho visto dal vivo, ma per me il concerto di ieri sera non è stato del tutto memorabile.
In quel di Ciampino ho assistito a un’esibizione acustica di Al Di Meola (in trio) che a tratti mi ha proprio frantumato le palle.
La colpa in parte è stata mia perché non mi sono assicurato che egli proponesse il repertorio elettrico, però non posso negare quanto la sola esecuzione di "Mediterranean Sundance" sia valsa il costo del biglietto: quella è storia.
Di Al Di Meola possiedo, adoro e ascolto regolarmente i primi cinque dischi, da "Land Of The Midnight Sun" (il mio prediletto di cui ho sia il CD che il vinile) a "Electric Rendezvous", oltre al leggendario "Friday Night In San Francisco" con McLaughlin e Paco De Lucia, però non riesco proprio a digerire le sue cose più orientate verso la world music: probabilmente è un mio limite e non cerco di superarlo fingendomi un intenditore.
Cosa fatta capo ha. Lo andrei a rivedere soltanto se si presentasse come quando suonava "The Wizard", ma gli anni passano e beata fusion che si fugge tuttavia.

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4
Nov

Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma

Pubblicato domenica 4 Novembre 2018 alle 19:58 da Francesco

Ieri sera ho avuto il privilegio di ascoltare dal vivo Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma e per la terza volta nelle mie peregrinazioni concertistiche ho ritrovato Stu Hamm al basso: già la sola presenza di quest’ultimo giustifica sempre il costo d’ingresso. Forte anche il gruppo di apertura, gli Ert15: di norma il funk mi annoia oltremodo, ma ieri mi è stato proposto con i dovuti virtuosismi e devo ammettere che tale commistione mi ha esaltato oltre ogni più rosea aspettativa.
Nel corso degli anni mi sono ritrovato di fronte vari virtuosi delle sei (o sette) corde e mi sono piaciuti quasi tutti allo stesso modo per ragioni diverse, ma la performance di MacAlpine e soci la colloco comunque fra le migliori. Tanto gusto oltre a tanta tecnica.
Di bei concerti ne ho molti alle spalle, ma tra le sole esibizioni di grandi chitarristi ricordo in particolare quelle di Allan Holdsworth (per me la più memorabile), John McLaughlin, Frank Gambale, Guthrie Govan (tre volte), Greg Howe, Vinnie Moore, Mike Stern, Kiko Loureiro, Andy Timmons, Neil Zaza, Ralph Towner.
Ringrazio S. V. per le foto. Quella con Stu Hamm l’ho messa direttamente nell’album di famiglia, infatti ne ho fatte più con lui che con il parentado tutto.

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23
Ott

Greg Howe e Stu Hamm a Roma

Pubblicato domenica 23 Ottobre 2016 alle 15:59 da Francesco

Venerdì mi sono recato nella capitale per un grande concerto fusion di Greg Howe con Stuart Hamm! Il secondo lo avevo già visto alcuni anni fa con Frank Gambale sempre nei dintorni della città eterna. Quest’evento è stata anche una buona occasione per condividere il tragitto con un altro appassionato di virtuosi: era da molto tempo che non andavo a un concerto con qualcuno. L’esibizione è stata fortissima e Stu Hamm è davvero un bassista fenomenale, ma anche Greg Howe è un chitarrista fuori dal comune e insieme all’ex batterista dei Flower Kings hanno dato sfoggio tanto di tecnica quanto di gusto. Prima di questo fantastico trio ha suonato un bel duo che tuttavia non mi ha rapito particolarmente e poi un chitarrista acustico, Jeff Aug, che invece mi è piaciuto molto. Ho visto tanti chitarristi superlativi negli ultimi dieci anni e adesso posso aggiungere Greg Howe alla mia scuderia che è composta da Allan Holdsworth, John McLaughlin, Mike Stern, Andy Timmons, Frank Gambale, Ralph Towner, Kiko Loureiro, Guthrie Govan, Neil Zaza e Vinnie Moore, ma suppongo che me ne sia dimenticato qualcuno e di certo qualcun altro manca ancora all’appello. D’altro canto il tempo passa, i concerti si accavallano e così il bagaglio di buone vibrazioni s’incrementa nella perenne positività della sua indefessa eco.

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10
Feb

Vinnie Moore a Roma

Pubblicato mercoledì 10 Febbraio 2010 alle 22:07 da Francesco

Malgrado il sudiciume che impregna il mondo e le mani di chi abbia ricevuto un mandato per governarlo, la buona musica è immune da cotanta pochezza e colgo ogni occasione per attingere dai suoi anticorpi. Sei giorni fa sono stato al Crossroads, un locale romano dove si è esibito Vinnie Moore: ottima atmosfera e acustica impeccabile. Chiunque apprezzi i virtuosi delle sei corde non può prescindere dal chitarrista suddetto. Durante il concerto Moore ha suonato prevalentemente pezzi vecchi, ma ha proposto anche qualche traccia del suo ultimo lavoro, “To The Core”, un album meno neoclassico rispetto ai suoi canoni e ugualmente ben riuscito a mio avviso. Non conoscevo nessuno dei tre musicisti che accompagnavano lo statunitense, però tutti mi hanno fatto un’ottima impressione e ho gradito anche le parti vocali del tastierista benché talvolta la sua voce uscisse un po’ distorta. Vinnie Moore è un tipo simpatico e dopo la conclusione di un pezzo, nominando i membri del suo gruppo, lui si è presentato così: “My name is Eddie Van Halen”. Alla fine del live ho avvicinato il virtuoso e gli ho detto che forse lo avrei rivisto alla data di Pisa e lui mi ha risposto: “It sounds good, bring the girls”. Io ho detto semplicemente “sure” perché non ho avuto la lucidità d’informarlo che ero la persona meno adatta per quel compito. Che risate! Tra marzo e maggio mi attendono alcuni concerti radicalmente diversi tra loro, ma nel mio umore la musica non cambia mai e ogni genere che seguo riesce ad appagarmi.

Ringrazio chi si è prestato a farmi la foto con Vinnie.
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10
Dic

Prophilax a Roma e Satyricon a Bologna

Pubblicato giovedì 10 Dicembre 2009 alle 10:36 da Francesco

Ho deciso di compendiare in un unico appunto le mie impressioni su due concerti a cui ho assistito recentemente. Il dodici novembre sono andato al Qube di Roma per vedere una delle sporadiche esibizioni dei Prophilax. Conosco il gruppo capitolino da quando avevo quindici anni e i loro dischi hanno accompagnato tutte le fasi musicali che hanno contraddistinto la mia evoluzione come ascoltatore. Il pubblico è stato molto partecipe e mi sono aggregato al pogo per tutta la durata del live, inoltre ho cantato ogni pezzo tranne “Frate ‘n kiappetto” di cui non rammentavo il testo. Ceppaflex è un ottimo frontman e un grande intrattenitore, Sbohr è un virtuoso delle sei corde e lo apprezzo anche nelle vesti di chitarrista fusion. Non conoscevo il bassista né il batterista dato che si avvicendano ciclicamente, ma entrambi hanno fornito una grande prova e del primo ricordo con piacere un assolo sublime. L’acustica è stata perfetta e il grande Christian Ice ha dimostrato ancora una volta di essere un fonico preparato. Il gruppo ha suonato circa venti pezzi senza sbavature e nella loro scaletta le nuove produzioni sono state alternate bene alle tracce storiche. Il concerto è stato aperto da “Pornografia Unica Via” e si è concluso con la celebre “Dora Daccela Ancora”, ma dall’inizio alla fine sono stati proposti pezzi come “Ti Ano”, un inno all’uscita di servizio del corpo femminile, “Clerottura de Cojoni”, un’analisi oculata sull’associazione a delinquere che ha sede nel Vaticano, “Atac di Merda”, “Pompotron”, “Sono Un Pornografo”, pezzo inaspettato quanto gradito, “Me Prude Er Culo”, “Re Arcù” e altre gemme di nicchia tra cui quelle in cui figura anche Tizianal, una cantante piuttosto dotata (vocalmente) che ha partecipato all’ultimo album dei Prophilax. Un live eccezionale e gratuito: semplicemente perfetto.
Due giorni fa sono andato a Bologna per assistere al live dei Satyricon anche se il gruppo norvegese ormai è molto lontano dalle sonorità per cui lo ho apprezzato su dischi come “Dark Medieval Times”, “Nemesis Divina” e “The Shadowtrone”. Sapevo a cosa sarei andato in contro, ma ho deciso ugualmente di assistere a questo concerto poiché i Satyricon sono parte della storia del black metal e dunque il mio è stato un tributo a ciò che questo gruppo ha rappresentato per il genere suddetto. Prima dei Satyricon hanno suonato gli Shining che mi hanno fatto veramente cacare e hanno fornito la prestazione peggiore che io abbia mai visto dal vivo. Ancor prima hanno suonato i Dark Fortress che ho apprezzato molto e forse la loro parentesi è stata la nota più lieta della serata, tuttavia nonostante l’impegno e le capacità non ascolterei mai per intero uno dei loro dischi. I Posthum hanno suonato per primi e negli ultimi due pezzi mi sono piaciuti. Com’era prevedibile la scaletta dei Satyricon non mi ha entusiasmato, ma avevo già previsto tutto ciò. Frost dietro le pelli è una macchina e Satyr sa tenere benissimo il palco, ma sfortunatamente le loro ultime produzioni mi tediano.

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14
Mag

John McLaughlin & The 4th Dimension a Ciampino

Pubblicato mercoledì 14 Maggio 2008 alle 14:00 da Francesco

Ieri sera ho sono andato a Ciampino con la mia auto per assistere a un concerto dell’ultimo progetto di John McLaughlin. Il suddetto è un chitarrista eccezionale e ho avuto il piacere di scoprirlo molto tempo fa su un album leggendario di Miles Davis, ovvero “Bitches Brew”, ma in seguito mi sono appassionato anche al suo lavoro con la Mahavishnu Orchestra di cui ho già accennato qualcosa su queste pagine e non ho ignorato neanche la sua produzione solistica sebbene io non sia stato in grado di apprezzare completamente le sonorità di Shakti. Il live è stato impressionante e ogni comprimario di McLaughlin si è esibito in virtuosismi stupefacenti. Il resto del quartetto era composto da Gary Husband alle tastiere e alla seconda batteria, Dominique di Piazza al basso (che per questa tournée ha rimpiazzato il suo giovane amico Hadrien Feraud) e Mark Mondesir alla batteria. Purtroppo McLaughlin ha chiesto di non fare filmati né altre registrazioni e di conseguenza non ho usato la videocamera che avevo portato con me per immortalare l’intero live, ma alla fine del concerto ho scattato una fotografia che custodirò a lungo come una reliquia digitale. Prima che il gruppo salisse sul palco uno dei gestori del locale ha chiesto l’aiuto del pubblico per prevenire una reazione simile a quella di Keith Jarret: fortunatamente non ci sono stato cattive conseguenze sebbene qualcuno non abbia trattenuto la propria smania multimediale.

John McLaughlin a Stazione BIrra

Tra i colleghi di McLaughlin sono rimasto molto impressionato dallo stile schizofrenico di Gary Husband: quest’ultimo passava continuamente dalle tastiere a una seconda batteria per duettare con Mark Mondesir in passaggi strabilianti. Anche se non sono un musicista né un audiofilo non ho potuto fare a meno di esaltarmi di fronte ai tecnicismi a cui ho assistito e qualcosa di analogo mi era già accaduto in occasione del concerto di Allan Holdsworth che ho visto oltre un anno fa. Il live di John McLaughlin & The 4th Dimension si è tenuto a Stazione Birra e penso che sia doveroso ringraziare i gestori di questo grande locale che si prodigano per offrire musica di qualità. Un’ultima nota di merito credo che vada elargita al pubblico. I presenti hanno omaggiato il quartetto a più riprese e io con loro, ma già prima che il live incominciasse ho respirato un’aria piacevole e mi sono sentito in un Eden jazzistico. Ho speso trentacinque euro per il biglietto, ho guidato per trecentoventi chilometri e durante il viaggio di andata temevo il sold out, ma sono tornato a casa con un evento strepitoso nella memoria che probabilmente non potrà essere cancellato neanche dall’Alzheimer. Concludo questo appunto con un video recente di John McLaughlin.

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28
Ott

I cancelli chiusi

Pubblicato domenica 28 Ottobre 2007 alle 05:18 da Francesco

Due giorni fa sono uscito di casa con un paio di pantaloni da ginnastica del Liverpool e una maglietta di Ken Il Guerriero. Era pomeriggio, pioveva a dirotto e per due chilometri ho impugnato un ombrello malandato che in seguito ho abbandonato con cura vicino a dei cassetti della spazzatura. Non ho cantato sotto la pioggia come Gene Kelly, ma sono entrato nella stazione ferroviaria del mio comune e ho comprato un biglietto di sola andata per Roma. Successivamente mi sono diretto al terzo binario per attendere il mio treno, ma prima ho speso qualche secondo per ridere della bruttezza dei graffiti amatoriali che si trovano nel sottopassaggio della stazione. Ho atteso alcuni minuti dietro la linea gialla della banchina e poi mi sono accomodato nelle scomodità esose di Trenitalia. Dopo un’ora e cinquanta minuti ho raggiunto la capitale e ho mangiato un boccone alla stazione di Termini, poi ho preso la linea B della metropolitana e sono sceso a una delle ultime fermate dell’EUR. Ho camminato per un po’ e alla fine ho raggiunto il Palalottomatica per vedere il concerto dei Dream Theater e dei Symphony X, ma non sono riuscito a trovare un biglietto e ho partecipato brevemente allo sconforto degli alti esclusi. Mi sono lasciato alle spalle le orde di venditori partenopei che erano asserragliate davanti al Palalottomatica e ho compiuto il viaggio di andata al contrario. Non pensavo che i Dream Theater e i Symphony X facessero il tutto esaurito a Roma poiché il giorno precedente avevano già suonato a Bologna e l’indomani erano attesi per un’altra data nel meridione.

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