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Il mio cabinato

Pubblicato mercoledì 12 Aprile 2017 alle 19:10 da Francesco

Non ho frequentato la bottega del Verrocchio e non sono mai stato un appassionato del fai da te, ma volevo mettere alla prova la mia manualità e così nell’arco di un paio di mesi ho realizzato un vecchio cabinato da sala giochi.
Non avevo mai tagliato il legno con un seghetto alternativo, quindi sono rimasto tanto soddisfatto per il risultato quanto per la conservazione di tutte e dieci le dita.
Le proporzioni non rispecchiano proprio la sezione aurea, ma è il mio cabinato, l’ho fatto io e dunque, a fronte dei suoi difetti, gli voglio bene come se fosse un figlio per il quale percepissi un assegno di accompagnamento.
Ho utilizzato un Raspberry Pi 3 Model B, Retropie come sistema operativo e dei comandi arcade Xsource per i quali ho forato gli opportuni alloggiamenti; poi un vecchio monitor da quindici pollici (rimediato su eBay) con un adattatore da VGA a HDMI (difatti il Raspberry ha solo quest’ultima uscita video), un paio di casse alimentate via USB da 7,99€, legno dell’OBI, una tastiera riciclata e un paraspigoli di gomma. Per una questione di predilezione cromatica ho poi verniciato il tutto di rosso.
Per adesso ci faccio girare il MAME con le ROM del set 0.78 perché come emulatore ho scelto la stabilità del lr-mame2003.
La prossima volta conto di progettare un’autobomba.
Errata corrige: ho detto “of improvement” invece di “for improvement”.

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Giu

A ritroso nella vita quotidiana (com’erano…)

Pubblicato domenica 19 Giugno 2016 alle 16:08 da Francesco

Una sera durante una ricerca su YouTube mi sono imbattuto nel filmato di una festa degli anni ottanta e ne ho persino guardato una buona parte con curiosità. Quelle immagini così remote mi hanno riportato ai tempi dell'infanzia, difatti raccontavano una quotidianità perduta.
Non sono un alfiere della nostalgia e provo una repulsione naturale verso chiunque idealizzi il passato senza addurre delle ragioni incontrovertibili a una simile canonizzazione, tuttavia devo ammettere che trovo interessanti le riprese amatoriali dei tempi che furono e vi ravviso un certo voyeurismo passatistico il quale, nel mio caso, è forse rafforzato dal desiderio di osservare con maggiore chiarezza un periodo di cui le mie percezioni, allora ancora acerbe, furono coeve.
Testimonianze del genere, custodite per lungo tempo in qualche VHS a sua volta custodita dalla polvere, sono preziose finestre su di un passato che sembra più lontano di quanto in effetti sia. Probabilmente un domani qualcuno guarderà con la mia stessa curiosità le innumerevoli riprese di cui oggi ogni smarthphone è prodigo, ma io credo che sussista una differenza sostanziale tra i filmati moderni e quelli delle scorse decadi, ovvero un carattere più peculiare dei secondi in ragione del minore ricorso che al tempo ne veniva fatto per i momenti di leggerezza.
Appena mi sono reso conto di ciò che potevo estrarre dagli archivi di YouTube, ho circoscritto le mie ricerche agli anni ottanta e in particolare alla seconda metà di questi. Ho visionato molteplici filmati e mi sono chiesto come poi si siano svolte le vite di alcune persone che vi comparivano. Davanti agli occhi mi sono ritrovato gli spaccati di un'Italia che sotto certi aspetti era diversa da oggi, in cui l'aggregazione pareva maggiore e il televisore ricopriva ancora un ruolo sacrale nel focolare domestico, ma per altri versi alcune cose sono rimase pressoché immutate.
L'assenza di mezzi per isolarsi forzava quell'interazione che ovviamente ancora sussiste, ma di cui oggi suppongo che ci sia una (a mio avviso salutare) maggiore frammentazione grazie alla tanto vituperata tecnologia contro cui talora sono mosse critiche da luddisti.
Mutatis mutandis, le impressioni che ho raccolto con la visione di un simile materiale mi hanno fatto pensare a un celebre lavoro documentaristico di Pier Paolo Passolini, cioè Comizi d'amore.
Per trovare i filmati di cui sopra sono ricorso a semplici chiavi di ricerca su YouTube, digitando un anno in cifre e poi una parola come "compleanno", "capodanno", "vacanza", "estate", "natale", “cenone” e così via; un esempio chiaro è "capodanno 1987".

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