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Gen

E fu il primo giorno (o l’ennesimo)

Pubblicato sabato 1 Gennaio 2022 alle 22:39 da Francesco

Non ho propositi da seminare sulle nuove pagine del calendario gregoriano. Per me un anno vale l’altro, ma comprendo l’esigenza pratica della loro enumerazione. Il giovane e mite inverno delle ultime settimane non mi fa né caldo né freddo, perciò la mia noncuranza è anche climatica giacché le condizioni me lo permettono. La mia esistenza segue una rotta precisa e non avverto il bisogno d’imporle brusche virate, ma non posso escludere che eventi futuri e privi di avvisaglie mi obblighino a compiere manovre decise. Vivo per me stesso, tuttavia non ricorro al bieco egoismo di cui il mondo subisce ogni giorno gli infortuni e quindi la mia è una condotta innocua. Sono autoreferenziale per comodità. Non vado alla ricerca di emozioni forti e non mi stupiscono i trucchi della specie, però ho una vita interiore molto intensa ed è proprio nei miei recessi che trovo quasi tutto o me lo faccio ordinare.
Non ho nulla da condividere perché non m’impegno a fare né a ottenere qualcosa che si presti a tale comunanza. La mia indole non è oppositiva rispetto ai miei simili, tutt’altro, ma con me stesso ho sempre la certezza di eludere la noia mentre in compagnia non posso dichiararmi altrettanto sicuro. Non smetterò mai di ribadire quanto gli entusiasmi altrui spesso non mi appartengano né m’interessi appropriarmene, ma al contempo intuisco come taluni siano incapaci di concepire ogni realtà diversa da quella in cui sono irretiti con le apparenze del libero arbitrio. Ognuno s’illude come crede: qualcuno si arrampica sugli specchi o raschia il fondo, altri invece cercano di affrancarsi il più possibile dagli inganni della mente: i secondi (secondo me) compiono un’opera meritoria già con il solo tentativo di porla in essere, ergo a prescindere dall’esito poiché quello sforzo ne definisce il grado di autenticità.
Rischiano di risultare pericolanti quei ponti che vengano eretti in tutta fretta con il solo scopo di trovare un’alternativa all’isolamento, ma d’altro canto soltanto chi non sappia godere di sé è destinato a giocare con le costruzioni fino a quando non ne abbia abbastanza o non si stufi della propria inettitudine.

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