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Addobbi per il disincanto

Pubblicato lunedì 2 Novembre 2020 alle 00:48 da Francesco


Non ripongo la mia fiducia in nulla, non stabilisco alleanze, non seguo correnti e non sono disposto a mettere la mano sul fuoco o sul cuore per nessuno, nondimeno si prospettano tempi assai interessanti, suggestivi, incerti, di certo imputabili alle puntuali emanazioni della legge di causa ed effetto che vige su ogni aspetto della realtà impropriamente detta. Ogni evento continua ad apparirmi come un epifenomeno di facile spiegazione benché a volte possa risultare difficile da accettare, ma forse agli accadimenti viene talora attribuita una difficoltà interpretativa affinché la loro ricezione risulti più tollerabile, come in un goffo tentativo d’indorare la pillola: in tutto ciò la parola presta i propri servigi a buon mercato e all’apparenza può sembrare più conveniente dell’onestà intellettuale o delle esose richieste d’una profonda introspezione. Ognuno fa i conti con se stesso.
In quest’epoca di savi distanziamenti non credo che sia il caso di abbracciare acriticamente la prima consolazione a portata d’inganno, ma in realtà neanche una che che consegni se stessa a domicilio. Sono sospeso tra vari cambiamenti che convergono da ogni parte verso di me e me ne attendo altri da cui non ricevo nemmeno un avviso. Non so a chi rivolgermi per farmi consegnare tutto all’ultimo stadio. Ogni mutamento rientra nella categoria dell’usato garantito e non si può restituire al mittente a meno che non ci si rechi in filiale di persona, o meglio, di pneuma. Invece di dimenticare tutto è opportuno ricordare di quale risma è questo pianeta affinché la prossima incarnazione si svolga altrove: questo me lo devo appuntare da qualche parte, forse sulla ghiandola pineale.

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