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Pettorale numero 1846

Pubblicato giovedì 16 Maggio 2013 alle 21:07 da Francesco

Corro da sette anni e non ho mai preso parte ad alcuna gara, ma una manifestazione ha fatto breccia nel mio interesse ed è quella de Il Passatore: si tratta di una corsa di cento chilometri che parte da Firenze e si conclude a Faenza. A causa della burocrazia ho impiegato un po’ di tempo per completare l’iscrizione, ma adesso ho tutte le carte in regola per potervi partecipare. Non ho mai coperto in un solo giorno una distanza così grande. Il mio allenamento più lungo è avvenuto un paio di settimane fa ed è stato propedeutico per l’evento di cui sopra: sessanta chilometri in cinque ore e quarantuno minuti di cui ho scritto qualcosa su queste stesse pagine. Mi sento pronto fisicamente e anche la mia mente è preparata. Punto a completare il percorso in undici ore, tuttavia non mi lamenterei se alla fine dovessi impiegarne un paio in più.
Ho cominciato a correre per disperazione e forse nel corso degli anni la ragione non è cambiata. Ci sono dei momenti nei quali avverto la necessità di sottopormi ad uno shock e la corsa mi dà la possibilità di farlo attraverso il processo di sublimazione. Cento chilometri sono molti e per me sarà interessante guardare quali pensieri mi si pareranno davanti. Mi appresto a partecipare a questa gara in un momento della mia esistenza tutt’altro che roseo, però se riuscissi a finirla sono certo che dentro di me rovescerei tutto il parossismo in cui navigo a vista da un po’ di tempo a questa parte. In una distanza del genere le insidie sono molte, ma è anche questo che mi alletta. Dispongo di una buona dose di rabbia che centellinerò a dovere, tuttavia non ne ho abbastanza per farne la mia unica risorsa ed è per questa ragione che mi affiderò più che altro alla lucidità. Mancano nove giorni alla partenza; diminuirò progressivamente il chilometraggio in allenamento e riguarderò un paio di volte Chariots of Fire.

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