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Di casta e disinibita perpetuità

Pubblicato venerdì 16 Marzo 2012 alle 13:01 da Francesco

Mi sento avvolto del tutto da un vuoto pacificatore. Alcune coincidenze le trovo davvero buffe e se fossi suggestionabile sospenderei il mio ateismo, mi spoglierei sulla riva di un torrente e canterei degli inni alla mia buona stella per una notte intera. In realtà (non potrei usare incipit migliore) preferisco serbare la mia nudità pubblica per un atto di disubbidienza civile o per la prima scopata, ma sarebbe quantomeno simpatico se entrambe si verificassero nella stessa occasione: per me è più facile trovare validi motivi per la prima che per la seconda. Ultimamente si sono allungati gli intervalli della mia masturbazione (solo questi, sia chiaro), difatti da un po’ di tempo tra una sega e l’altra intercorrono circa tre giorni. Per anni ho provveduto a eiaculare una volta al dì in modo da eliminare lo stress per svolgere le mie attività con più leggerezza, perciò suppongo che in questo periodo io stia lambendo l’atarassia a mia insaputa. Non che in me vi siano mai state tempeste ormonali di grande intensità, però di rado ho avuto la cattiva creanza di non recar visita a dei siti pornografici per agevolarmi nella masturbazione. Mi fa ridere la pudicizia e la reticenza con le quali taluni trattano l’argomento. Conosco persone che hanno fatto tutto ciò che il contorsionismo erotico consente e che violerebbero pure le leggi fisiche se ne fossero in grado, ma quelle stesse persone provano disagio o vergogna a parlare della loro sessualità sotto un profilo che non sia quello esibizionistico. Soltanto il mio corpo è vergine: ho una mente disinibita. La masturbazione mi ha insegnato ad amare in senso platonico benché ancora non abbia avuto occasione di mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti su quel piano né su quello carnale. I risvolti meno gradevoli della mia bizzarra condizione vengono meno quando comprendo il grado di libertà che ho conseguito nel non esercitarne alcuna, ma, in forza delle cognizioni acquisite, ciò non significa che le cose non possano cambiare in futuro. Tempo al tempo: oggi ad esempio è soleggiato e mi appartiene in ogni sua accezione.

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