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Pan di Spagna e catrame

Pubblicato domenica 19 Giugno 2011 alle 14:49 da Francesco

Le fantasie s’intersecano liberamente, incuranti di tutto e dirette verso il nulla. Grandi dibattiti hanno luogo nei rami del parlamento e qualcheduno preferisce impiccarsi altrove per evitare di disturbarne il chiacchiericcio retribuito. Taluni nascono per sbaglio e muoiono nello stesso modo. Uomini ottusi puntano le amiche delle figlie e donne deluse si lasciano puntare dagli amici dei figli: promiscuità intergenerazionale. Le religioni mi hanno sempre schifato, specialmente quella cattolica in quanto ricorre alla Vergine Maria come testimonial: quest’ultima la considererei del tutto inadeguata persino per un clone di Postalmarket. Baruffe di terz’ordine, un po’ ovunque. Certe donne sono elettrici ingenue e si votano a coloro che sanno circuirle meglio. Quanto costa un rene nuovo? Al venditore anni di vita, al compratore sensi di colpa rateizzabili. Alcune madri partoriscono pezzi di ricambio. Odo cose di cui non vorrei captare neanche gli scampoli. Aleggia troppa musica melensa in ogni dove. Benvenuti posteri, incrociamo le dita e confidiamo in una pioggia di meteoriti. Pelle nivea, capelli ambrati e aggettivazioni analoghe su figure a me ignote: non ne conosco l’odore naturale. A scuola si defunge e per questo motivo i banchi dovrebbero essere interrati. Se avessi potuto educarmi da solo oggi saprei molte cose in più. L’obbligo di frequenza tempo addietro mi rese incostante quando invece avrei potuto apprendere tantissimo. Cosa mi è dato imparare oggi? Bah, tutt’al più nozioni trascurabili per ammazzare il tempo. Mi porterà dei grandi vantaggi conseguire una certa familiarità con la tavola periodica degli elementi?
Corro, mangio bene e sborro nella carta igienica per godere: il resto è un contorno di stronzate a cui colpevolmente concedo credito per scongiurare la pazzia e la noia. Già, non mi annoio mai e me ne compiaccio. Porco dio. Al massimo mi sento useless nei miei confronti nelle rare volte in cui la spossatezza fisica mi sconquassa, tuttavia anche in quei momenti non vengo vinto dall’insofferenza. Paradiso ateo e terrestre, però anche paradossale e parossistico: io risiedo là, dirimpetto ai parassiti da cui discendo. Favorisca documenti e numeri vincenti. La merda esce dal buco del culo. Complimenti e condoglianze. E pensare che qualcuno rovista tra le minacce di morte per trovare dichiarazioni d’amore. C’è spazio anche per le favole, eccome, però sono interdette alle vite flebili. Disprezzo le bomboniere. I confetti sono duri da sgranocchiare, ma non lo sono abbastanza per lapidarci qualcuno in pubblica piazza: inutilità dolciaria. Bambini, immaginate la fine: sforzatevi o correteci dietro, come comunque farete. Quando muta in malattia, la tenerezza inespressa si estende da un capo all’altro della vita. Pare che la virilità granitica ad un certo punto diventi assai friabile. Si giustappongono immagini contrastanti in una commistione d’ispirazioni eterogenee. La logica si trova a debita distanza: torna subito.

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