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Equidistanza

Pubblicato domenica 20 Marzo 2011 alle 01:06 da Francesco

Nel mio microcosmo nulla si avvicina e nulla si allontana. Sollevo il capo e volgo lo sguardo verso il cielo ogniqualvolta si presenti l’occasione di assistere al rapido passaggio di un aereo o di un elicottero. Ogni tanto il silenzio mi avvolge, tuttavia non mi stritola mai e difatti tra le sue spire riesco a respirare benissimo. Qualcuno non è in grado di guardare nel proprio futuro, ma questa incapacità non dipende dalla scarsa dimestichezza con le arti divinatorie ed è semplicemente la mancanza di un avvenire che talvolta nega qualsiasi visione al di là del presente.
A me piace essere sincronizzato con il divenire. Non posso produrre nostalgia perché non ho la materia prima e non intendo importarla né introiettarla. Agli alberi, oltre all’anidride carbonica, io consegno anche il surplus d’amor proprio che ancora non ho modo di convertire in attenzioni e riguardi verso chicchessia. Ci sono stati emotivi nei quali non ho mai sconfinato e ora come ora al loro interno sarei un clandestino. Dubito che sia sufficiente sommare le affinità e sottrarre le differenze per capire se certi risultati siano positivi o meno, ma io in ogni caso non mi pongo il problema perché non riduco certe dinamiche all’aritmetica né tanto meno ad eventuali aritmie.

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