25
Nov

Il sole nella pioggia

Pubblicato giovedì 25 Novembre 2010 alle 16:44 da Francesco

Mi entusiasma l’aspetto plumbeo e minaccioso dei giorni autunnali. Incontrerei qualche difficoltà a tollerare per tutto l’anno la supremazia dei raggi solari e la condotta moderata dei venti. Nei lampi lontani e nei rovesci improvvisi ravviso una bellezza apocalittica che ogni tanto mi piace esperire. Talvolta i tuoni sembrano dei richiami rauchi che invitano i sottoposti moderni a riunirsi attorno a dei fuochi per riscoprire delle forme d’aggregazione ormai desuete, quasi del tutto in mano all’immaginario collettivo e alla ritualità impacciata di qualche dottrina esoterica.
Proprio in questo periodo il vuoto esistenziale raggiunge il culmine del suo splendore e io posso ammirarne la grazia perché non lo addito come un divoratore di uomini né come un usurpatore di felicità, ma ne calpesto il dorso niveo mentre vago tra le distese sconfinate in cui è scomposto armoniosamente. Il tempo mi scivola tra le mani a mo’ d’acqua e d’altro canto non conosco nessuno che sia in grado di trattenerlo, però fra altri palmi scorre in rivoli di sangue e lascia tracce amare. Non sono un individuo possessivo e non cerco di solidificare le astrazioni per poi intrappolarle nella negazione della morte. Di solito viaggio leggero e in occasione del trapasso farei volentieri a meno di portarmi dietro la personalità e l’esperienza benché le adori entrambe.
Queste parole mi conferiscono una parvenza lugubre, ma io le trovo simpatiche e sotto la loro fuliggine si cela un grande apprezzamento per la vita oltre, ovviamente, alla data di scadenza del mio organismo. La possibilità d’esistere prima di saltare nell’ignoto è motivo di contentezza per me e non oso snaturare lo svanimento con qualsivoglia sfumatura, altrimenti diverrebbe (e già questa evenienza sarebbe alquanto deplorevole) qualcosa d’artefatto.
In questo periodo, specialmente quando mi trovo alla guida del mio rottame meccanizzato, ascolto parecchi pezzi di Alice. Adoro tremendamente un passaggio di “Visioni” che recita: ”Vivo, amando d’essere niente, mentre si affaccia l’inverno, portando le desolazioni”. Eh, talvolta basta toccare note basse per raggiungere livelli altissimi. Comunque, il periodo corrente mi fa venire in mente “Il sole nella pioggia”, seppur in senso strettamente letterale.

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20
Nov

Frank Gambale a Roma

Pubblicato sabato 20 Novembre 2010 alle 19:34 da Francesco

Giovedì, a dieci anni di distanza dal mio primo ascolto di “Coming To Your Senses”, sono riuscito a vedere Frank Gambale dal vivo al Crossoroads Club di Roma. Per la data capitolina il basso è stato affidato a Stu Hamm e non avrei davvero potuto chiedere di più! Gambale ha eseguito vari pezzi dal primo album che ho citato e alcune tracce del GHS, ovvero il progetto che porta l’iniziale di Gambale, Hamm e Smith; al posto di quest’ultimo durante il concerto ha suonato Joel Taylor alla batteria. Al momento, sulla Terra, non so chi possa offrire di meglio nell’ambito del jazz fusion.

Ad un tratto dagli amplificatori è uscita la voce soave di uno speaker di Radio Vaticana (o un’emittente del genere), ma questa interferenza ha dato vita a dei siparietti ironici di cui per altro Gambale si è reso protagonista per tutta la serata: battute e virtuosismi. Se riuscissi a rivederlo con il gruppo di Chick Corea poi la mia anima inesistente potrebbe riposare in pace. Finalmente posso dire d’aver visto dal vivo i miei tre chitarristi preferiti: Frank Gambale, Allan Holdsworth e John McLaughlin.

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16
Nov

Those are the facts

Pubblicato martedì 16 Novembre 2010 alle 05:44 da Francesco

As fall draws to a close, I look forward for my next travel. There’s nothing better for me than melting myself with different habits. My country is going through political changes but I don’t expect swift improvements and there’s no need at all to be a foreseer to deal with this kind of forecast. As usual, bad news, icy winds and shortage of daylight don’t affect my mood. I’m at ease with my selfishness as long as it doesn’t harm anyone but for a good reason I might quit it. Maybe my life lacks of ambitions but that’s the way I am and I fully understand  those who act in a different way. For instance, my grandmother is dying and I barely care about her but I don’t feel guilty. Blood ties mean nothing to me. As often as possible I try to be honest with other people because lies feed problems and I want to prevent issues from occurring. Thus, I’m a bit harsh and I sometimes even like this behavior (yes, I admit it) but that’s the most effective way to be clear. Anyway, I love myself without hating anyone and I’m proud of it.
Rage is one of my greatest resources and I collect it in its raw form to convert it in force of will. Perhaps I could use my energy to achieve bigger goals or to fulfill new desires but such efforts would require motivations that don’t belong to me. It’s funny that I’m approaching my thirties and I feel younger than ever. As I age, things get easier but obviously everything can fall apart. I live in a time that once was a fearful future and I’m comfortable with it.

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13
Nov

Verginità contemporanea, prima parte

Pubblicato sabato 13 Novembre 2010 alle 13:08 da Francesco

Ispirandomi al formato del tutorial, d’ora poi non dovrò più sfracellarmi i coglioni lungo le pareti scoscese delle ripetizioni. Mi basterà fornire vis-à-vis o via etere una sequela di video per ovviare a quell’odiosa sensazione di déjà-vu che, ricorrendo ancora ad un francesismo, mi sta proprio sul cazzo. In attesa di concepirne altri, posso già appuntare il primo filmato di circa nove minuti che in futuro mi farà risparmiare tempo e pazienza.

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11
Nov

Grazia novembrina

Pubblicato giovedì 11 Novembre 2010 alle 16:30 da Francesco

Adoro la mia percezione del tempo e mi domando se anch’essa sia destinata a cambiare prima o poi. Mi piacciono i colori autunnali, però a tempo debito mi auguro di rivedere i ciliegi in fiore. Attorno a me c’è molta terra bruciata perché ardo d’amor proprio senza scottarmi. Soffio sopra i fuochi fatui per accelerarne la scomparsa e ogni tanto mi attardo su questioni di poco conto per incazzarmi inutilmente, però la contentezza caratterizza buona parte delle mie giornate e non ho proprio nulla di cui lamentarmi con me stesso. Devo dare fondo alle riserve di fantasia poiché non posso avvalermi dell’ispirazione che potrei attingere copiosamente dalla malinconia e dalle imitazioni di quest’ultima se fossi ancora in grado d’abbracciarle in modo autentico.
A taluni piacciono i drammi e qualche volta cercano d’instillare un tocco tragico nelle proprie vite per renderle più appetibili. Il Sole non gira attorno alla Terra e quest’ultima non ruota attorno ai problemi immaginari che spesso vengono impiegati nel ramo del disfattismo, lo stesso al quale gli imprenditori dell’autodistruzione s’impiccherebbero immediatamente se fossero afflitti da pesi veramente insostenibili. Già varie versioni di “Ippolito incoronato” sono state scritte e almeno io mi avvalgo della facoltà di non rompermi i coglioni a redigerne l’ennesima rivisitazione moderna. D’altronde parecchie paturnie nascono e si moltiplicano dalle mancanze affettive o da rapporti conflittuali. Io appaio freddo, atarassico o addirittura arrendevole per il modo nel quale intendo i sentimenti, ma in realtà nel giudizio altrui talvolta vengo punito per l’assenza di struggimento nelle mie considerazioni. La croce non la porto al collo né sulla groppa: non ne sono munito, dio cane. Le emozioni sono polimorfe, la stupidità invece è quadratissima e ogni tanto preferisco la seconda alle prime, in particolare ogniqualvolta sorga in me la voglia o il bisogno d’accomodare velocemente la leggerezza passeggera dei pensieri. In me le assenze del malessere sono del tutto giustificate e non c’è bisogno alcuno che si presentino accompagnate dalle riflessioni cupe.

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7
Nov

Buono alla prima

Pubblicato domenica 7 Novembre 2010 alle 00:59 da Francesco

Non sono un grande cuoco, ma in questi anni, per cause di forza maggiore, almeno ho imparato a sopravvivere dietro ai fornelli. Preparo tutti i miei pasti senza invidiare affatto lo scatolame di terz’ordine che rifilo ai miei gatti. Sono riuscito a preparare il gohan, ovvero il riso giapponese. La preparazione non è affatto complicata, ma richiede un po’ di tempo. Prima ho lavato il riso per un paio di minuti e poi l’ho lasciato riposare dentro la pentola con un volume d’acqua pari alla quantità di chicchi per oltre mezz’ora. Infine ho posto il coperchio sulla pentola (tra l’altro segno della mia scarsa collaborazione con il diavolo) e ho scaldato il tutto per una decina di minuti, ma dopo la soppressione della fiamma ho lasciato per altri cinque minuti il coperchio nella sua posizione apicale dimodoché il vapore terminasse il proprio effetto.
I miei abbinamenti sono altamente discutibili. In questa occasione ho accompagnato il riso con dei samosas (che dovevo soltanto scaldare), qualche patata novella e due hamburger, giusto per dimostrare ai miei gatti che sono ancora un onnivoro. Mi piacerebbe abbandonare del tutto la carne rossa e già adesso non ne sono un grande consumatore, però non riesco ancora a sposare un’alimentazione vegetariana e non ho alcuna fretta di farlo pur riconoscendone la superiorità nutrizionale. Per sopravvivere sarei disposto anche ad uccidere i miei amati felini e se fossi nato sessant’anni prima forse le circostanze mi avrebbero costretto a farlo, ma fortunatamente posso dispensare carezze alle bestiole che mi circondano invece di doverle sgozzare a sangue freddo. In termini cronologici la mia generazione è una delle ultime tappe dell’evoluzione umana, ma quest’ultima è avvenuta al costo di una certa efferatezza che non va dimenticata e anche per questa ragione dovrei rivedere la mia alimentazione in termini etici. Per adesso: fanculo. In futuro, forse, bandirò la carne, sebbene per certi versi sembra che io l’abbia già fatto in altri ambiti. Bon appétit.

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3
Nov

Altre schegge di qualunquismo

Pubblicato mercoledì 3 Novembre 2010 alle 02:18 da Francesco

Sui giornali e nei dibattiti televisivi i fatti recenti di cronaca nera hanno riconsegnato il testimone alle beghe sessuali dei politici. Già in altre occasioni ho espresso una forte simpatia umana per Silvio Berlusconi e difatti mi piacerebbe ascoltare i suoi aneddoti tanto in una delle sue venti case quanto in una cella di San Vittore. Se un politico svolgesse bene le sue funzioni pubbliche io non avrei nulla da ridire sulla sua vita privata e, alla luce di un operato efficace, non avrei niente da contestare per qualche piccolo abuso di potere. Sono un individuo piuttosto tollerante nei confronti di chiunque sappia fare il suo mestiere. Silvio Berlusconi per me è un’icona pop che resterà nella memoria del costume italiano e ribadisco la profonda simpatia che nutro nei suoi confronti, tuttavia come politico non mi pare che si sia distinto dai suoi predecessori vermiformi. Credo che l’Italia non abbia mai conosciuto l’età dell’oro e non penso che quest’ultima sorgerà all’alba di un nuovo governo. Nella classe politica io vedo il riflesso d’una parte della società italiana. Determinate persone sono molto indulgenti con loro stesse e ragionano quasi in modo tribale per favorire chiunque rientri nel raggio della famiglia o dell’amicizia. Sospetto che sia pressoché impossibile fare politica senza compiere dei calcoli elettorali e dunque v’è sempre un cane che si morde la coda. In altre parole, un candidato non può dire o fare ciò che porterebbe un bene comune perché se assumesse determinate posizioni andrebbe a perdere un numero consistente di voti. Una politica laica è quasi impraticabile dentro i confini italici poiché il mondo cattolico ha un peso notevole alle urne e influenza trasversalmente tutte le possibili coalizioni. Proprio non riesco a trovare un pertugio ove ficcare il mio voto. L’ultimo governo di sinistra mi è sembrato fin troppo simile al circo Togni per via delle idee eterogenee che presentava al suo interno. Quando a Clemente Mastella venne affidato il Ministero della Giustizia io m’aspettai che in quello della Sanità tornassero a girovagare Dulio Poggiolini e consorte. Comunque al peggio non c’è mai fine e le ultime legislature di destra lo dimostrano ampiamente. Credo che l’unico sciopero efficace sia quello demografico: insomma, per non doversi più preoccupare del futuro dei figli è sufficiente non farne e non prestare attenzione alle rimostranze dei preti pedofili, ai quali, in questo modo, verrebbero chiuse le forniture di culetti da sodomizzare.
A me piacciono molto le uscite di Silvio Berlusconi: le adoro. La sua misoginia quasi elegante e la sua omofobia faceta mi divertono assai, ma tale apprezzamento, ad esempio, non mi impedisce di sostenere l’adozione per le coppie omosessuali. Talvolta non è importante il contenuto di un discorso, bensì la sua forma. A me piacerebbe molto che oltre agli interessi privati anche tutte le religioni venissero bandite dalle istituzioni e portassero all’estinzione politica di personaggi come Paola Binetti. Ricorro ad una citazione di cui non rammento l’autore: “Se è cristiana, non è democrazia”. Comunque più che un’opinione politica, questo appunto contiene la riprova della mia capacità d’apprezzare comportamenti e situazioni che non mi appartengono e verso cui non mi proietto. D’altronde, in una classifica improvvisata, a qualche gradino di distanza da Gino Strada, che probabilmente è l’italiano in vita che stimo di più, si trova Fabrizio Corona.

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