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Una conoscenza picaresca e una visione d’insieme

Pubblicato martedì 7 Settembre 2010 alle 09:34 da Francesco

B. è tornato in Romania, però sono certo che lo incontrerò ancora da qualche parte in Europa. Alcun giorni fa pensava di recarsi al confine tra la Spagna e il Portogallo per fare qualcosa che potrebbe interessare all’Interpol in mancanza di casi migliori. Prima del suo ritorno a casa gli ho proposto di andare insieme fino alla frontiera lusitana e separare le nostre strade nel momento in cui egli avesse deciso di occuparsi dell’affare che aveva in mente.
Penso che B. finirà di nuovo in carcere o in qualcosa più grande di lui. Gli piacciono i crimini che non nuocciono alle persone comuni e in parte lo rispetto per questo. Forse se io fossi nei suoi panni agirei in modo analogo e se invece facessi parte delle Forze dell’Ordine mi augurerei di arrestarlo per dargli una pena esemplare. B. non necessita di delinquere per vivere e le frodi così come i furti con scasso per lui rappresentano una droga. Vuole tutto e ogni tanto, per brevi periodi, riesce ad avere ciò che desidera, però puntualmente, dopo un po’ di tempo, si ritrova sempre in qualche casino. È un tipo abbastanza sveglio e parla quattro lingue, ma è cresciuto con il culto del guadagno facile ed escludo che sia intenzionato a compiere un atto di apostasia.
Mi mancano le sue storie del periodo carcerario e le nostre discussioni in inglese. B. è proprio un figlio di puttana, nel senso buono. Farà una brutta fine, ma ne è consapevole e forse gli andrò a fare una visita quando finirà al camposanto, sempre che io non sia così incauto da precederlo.
“Wie gehts bruder?†gli domandavo spesso per farmi raccontare le storie più o meno plausibili dei suoi trascorsi dietro le sbarre e lui mi rispondeva sempre “Alles klar†prima di lanciarsi nei suoi racconti. Potrei scrivere molto di più, ma alcune cose ho promesso di non rivelarle a nessuno e dunque non possono occupare le righe di questo spazio ad accesso pubblico, ma c’è un fatto che invece m’è concesso annotare e ricordare con più di un sorriso.
Una notte d’agosto, durante un giro in auto, notammo una vettura scura nel centro del mio comune. Il mezzo era fermo, il motore accesso e le portiere anteriori erano entrambe aperte. Il guidatore si trovava sul sedile del passeggero, visibilmente ubriaco, ma forse anche sotto l’effetto di stupefacenti. A questo punto B. mi suggerì di fermarmi accanto all’auto per andare a controllare se il tipo fosse ancora vivo, ma io lo guardai e gli dissi: “Man, no way. You go and I wait you here with the engine onâ€. Andò e tornò presto. Mi disse che il tizio sembrava fatto, ma stava bene. Appena ripartimmo B.  accennò ad un “wallet full of money†e si rammaricò di non averlo potuto prendere per timore che qualcuno avesse visto la scena e la targa della mia auto.
Io sono un individuo pragmatico e non mi riparo sempre dietro le leggi dello Stato benché in una certa misura le ritenga importanti. Non credo che la società possa essere sempre regolata dal codice penale o da quello civile, perlomeno non in questa epoca.
Se B. si fosse appropriato di quel denaro ne avrei accettato candidamente un po’, in quanto appartenente ad un individuo di mia conoscenza che è dedito all’uso di droga.  Insomma, quei soldi avrebbero fatto meno danni nelle nostre manine che in quelle di qualche pusher al quale prima o poi sarebbero inevitabilmente giunti. 
Qualcuno potrebbe dirmi che tutto ciò non è giusto, però non me ne frega proprio un cazzo. Insomma, io vedo nella droga uno strumento del potere per controllare le masse e mi sento in diritto di trattare i tossici e gli spacciatori come subumani. Praticamente ogni acquisto di droga è un contributo alla criminalità organizzata, perciò mi farebbe piacere se ai consumatori venisse contestato anche il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Recentemente ho letto un’intervista di Felice Maniero in cui egli stesso afferma che la sua pena non è stata adeguata ai crimini che ha commesso. Nelle stesse righe fa notare come oggi egli conduca una vita soddisfacente, nella quale figura una famiglia e un lavoro che svolge per passione, mica per necessità. Fantastico: un incentivo all’onestà.
Maniero in quella stessa intervista asserisce: “â€La mafia si batte spedendo i boss al confino. Ricordo che quando la proposta la fece Andreotti in cella tutti tremavano a quell’ideaâ€. Parole plausibili in quanto anche in regime di 41 bis c’è qualcuno che dà ordini e gestisce il proprio potere senza problemi. Dato che si respira il profumo di elezioni imminenti, io da bravo cittadino dovrei pensare a chi votare, ma in mancanza della possibilità di scelta prevedo ancora una volta di optare per l’astensione. La politica fa troppo poco per contrastare la criminalità organizzata che rappresenta il vero cancro dell’Italia assieme al Vaticano. Io attribuisco qualunque successo contro le mafie solo ed esclusivamente alle Forze dell’Ordine. Troppa gente trova riparo dietro il garantismo per rimpinzare i propri ideali autoreferenziali, perdendo così il contatto con la realtà e con ogni possibilità di assumere delle posizioni pragmatiche per risolvere problemi concreti. Per quanto mi riguarda qualcuno potrebbe pure istituire una nuova Gestapo se questa fosse in grado di annientare le organizzazioni criminali e non mi scandalizzerei affatto per la violazione dei principi democratici. D’altronde la costituzione italiana è già macchiata di sangue e poi credo che servano ancora diversi secoli per attuare la democrazia in termini che non risultino risibili.
Da un confronto tra la prima parte di questo appunto e la parte restante potrebbero emergere delle contraddizioni forti nella mia persona, ma in realtà tutto ciò mi conferma una certa capacità di inquadrare le cose al di là  del bisogno (tipico dell’insicurezza, a mio avviso) di avere sempre una posizione precisa che tragga la sua forza da un’entità superiore come lo Stato, la coscienza civica o il proprio interesse, insomma qualunque cosa che la legittimi al livello dell’Io.
Un excursus sociale per un passaggio introspettivo: un procedimento macchinoso. L’autoanalisi la pago con opinioni del tutto trascurabili: ah, dannata recessione!

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