25
Set

Cats

Pubblicato venerdì 25 Settembre 2009 alle 14:44 da Francesco

Qualche giorno fa un topo è comparso improvvisamente dietro il mio monitor e dopo averlo seguito per un po’ con lo sguardo sono andato a prendere la mia gatta, Mata Hari, a cui ho detto: “C’è un lavoro per te”. Sul mio tavolo c’era un mouse di troppo. Penso che il roditore abbia visto scorrere davanti a sé tutta la sua breve vita appena ho posato la micia accanto al mio monitor. In meno di un minuto la natura ha fatto il suo corso e ne ho approfittato per immortalare l’ennesima uccisione di Mata Hari.

Intanto i piccoli felini (Hirohito, De Gaulle e Maginot) hanno cominciato ad avventurarsi da soli nell’ambiente circostante e se masticassi un po’ di etologia potrei dilungarmi nella descrizione di questa fase della loro crescita.

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20
Set

Nel braccio della morte

Pubblicato domenica 20 Settembre 2009 alle 11:22 da Francesco

Posso vagamente immaginare cosa spinga un individuo a uccidere un suo simile, ma non riesco neanche a ipotizzare quali pensieri attraversino la mente di un assassino che si ritrovi a un passo dalla sua esecuzione. Non sono contrario alla pena di morte, tuttavia non mi sollazza l’idea che possa essere inflitta ai successori di Sacco e Vanzetti. Non credo che il carcere possa avere una funzione riabilitativa per ogni detenuto e talvolta la recidività che non viene prevenuta per un eccesso di garantismo mostra il suo prezzo nei volti cadaverici di vittime innocenti; per quanto concerne la cronaca italiana, uno dei casi più recenti di questo tipo riguarda Angelo Izzo. Non sono un giurista né un sociologo e queste righe scarne mi occorrono soltanto per introdurre le ultime parole di alcuni condannati a morte. Ho scelto di appuntare e tradurre le frasi che mi hanno colpito maggiormente tra quelle che un centinaio di criminali statunitensi hanno pronunciato prima di essere giustiziati.

Mi dispiace che questo sia accaduto. Non ho rancore verso nessuno. Ancora non ricordo quanto è avvenuto, ma ciò che è stato è stato
Robert L. Newland

Non mi hanno collegato a nulla. Non ho ucciso la mia matrigna. Le volevo bene. Il Texas sta per assassinare un uomo innocente
Reginald Perkins

No comment
Earl Wesley Berry

Ho detto che avrei raccontato una barzelletta. La morte mi ha liberato. Quello è lo scherzo più grande. Mi merito questo
Patrick Bryan Knight

Ci vediamo dall’altra parte. Guardiano, uccidimi… sono pronto ad andare. È tempo che questa festa cominci
James Jackson

Non l’ho preso perché ho convinzioni forti sull’aborto e sui trentatré milioni di bambini che sono stati abortiti in questa nazione. Quei bambini non hanno mai avuto il primo pasto ed è per questa ragione che io non ho preso l’ultimo in loro memoria
Ricky Lee Sanderson

Sono pronto per essere liberato. Liberatemi
Kenneth Allen McDuff

“Adesso che sto per morire, non rimane nulla di cui preoccuparmi. So che è stato un errore… Tutti hanno problemi, io non sarò più parte del problema. Adesso posso smettere di preoccuparmi. È stato tutto un errore. Questo è tutto ciò che voglio dire”
James Colburn

Vorrei suggerire che quando una persona ha in mente di fare qualcosa di grave contro la legge, prima che lo faccia, dovrebbe andare in un posto silenzioso e pensarci seriamente
William George Bonin

Sono un guerriero africano, nato per respirare e nato per morire
Carl Kelly

Non siamo qua per un avvenimento sociale, noi siamo qua per un’uccisione
David Wayne Woodruff

Va bene, guardiano, diamo loro ciò che vogliono
Melvin White

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15
Set

Run or die trying vol. 3

Pubblicato martedì 15 Settembre 2009 alle 04:30 da Francesco

Ho preparato e collaudato una terza raccolta di tracce power metal e heavy metal da ascoltare durante le mie sessioni di corsa. Ho affiancato qualche band meno nota a dei gruppi blasonati e il risultato per me è stato stupefacente: un mix stimolante di vecchie glorie e nuove leve. Ho provato quest’ultima compilation lungo un percorso di ventisei chilometri (circa otto chilometri in più rispetto alla distanza che copro abitualmente) e ne ho tratto grande beneficio, specialmente in salita. Tra tutti i grandi pezzi che ho scelto credo che “Heading Northe” degli StormWarrior sia il punto in cui la mia esaltazione raggiunge il culmine e difatti si rivela un aiuto potente quando aumenta la pendenza verso l’alto.

  1. Axxis – The Fire Still Burns
  2. Angra – Carry On
  3. Astral Doors – Black Rain
  4. Astral Doors – Raiders Of The Ark
  5. Axel Rudi Pell – Fly To The Moon
  6. Domine – True Leader of Men
  7. Gamma Ray – Send Me a Sign
  8. Gamma Ray – It’s a Sin
  9. Iron Maiden – Flight of Icarus
  10. Iron Maiden – The Evil That Men Do
  11. Judas Priest – A Touch of Evil
  12. Kotipelto – Sleep Well
  13. SevenGates – I Don’t Believe
  14. StormWarrior – Heading Northe
  15. Stratovarius – 4000 Rainy Nights
  16. Stratovarius – Black Diamond
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12
Set

Fallout

Pubblicato sabato 12 Settembre 2009 alle 00:13 da Francesco

Montalto di Castro si trova a circa trenta chilometri dalla mia abitazione ed è un sito papabile per la costruzione di una centrale nucleare. Già immagino lo slogan con il quale promuovere questa bella iniziativa per la cittadinanza: “Montalto, ti castro!”. Mi auguro che la ‘ndrangheta si metta una mano sulla coscienza ed eviti ogni tipo d’infiltrazione in progetti energetici così delicati. Una centrale nucleare affidata a degli italiani sembra l’incipit di una barzelletta, inoltre a mio avviso è un po’ pretenzioso ritenere che, malgrado la collaborazione con la Francia, la mia nazione sia in grado di erigere simili strutture quando fatica persino a innalzare degli edifici antisismici. Nel caso di un disastro nucleare il mio comune probabilmente farebbe la fine di Pripjat. Ogni volta che penso alla castrofe di Chernobyl mi viene in mente la stupidità sovietica. Gli Stati Uniti almeno hanno usato due bombe atomiche per porre fine a un conflitto che altrimenti si sarebbe protratto a lungo e avrebbe mietuto molti più morti di quanto ve ne furono nelle città nipponiche, ma questa verità storica è meglio non riferirla a chiunque preferisca credere che la distruzione di Hiroshima e Nagasaki sia stata una scelta leggera per Truman. Smetterei di eiaculare sotto la doccia se dal mio sperma potesse originarsi un essere umano che sapesse svelare ogni segreto della fusione a freddo, ma ho ragione di credere che il mio seme tutt’al più possa generare nuove comparse per un documentario sulla sindrome di Down. Immagino che negli ultimi decenni la sicurezza e l’affidabilità delle centrali nucleari siano aumentate, perciò, qualora l’Italia abbracciasse davvero questa forma di energia, suppongo che si troverebbe ad avvalersi di una tecnologia già collaudata. Mi auguro che questa faccenda venga affrontata con tutti crismi, tuttavia non riesco a disfarmi delle mie perplessità.

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10
Set

C’est la vie

Pubblicato giovedì 10 Settembre 2009 alle 16:13 da Francesco

Il maestrale culla a fasi alterne l’esordio settembrino e allieta ulteriormente le mie giornate. Ho a disposizione molto silenzio e quello che non riesco a consumare lo conservo dentro di me. Mi divido tra la pace dei sensi, l’ironia e la fisicità degli sforzi con i quali accudisco la mia scocca carnale. Esercito il mio libero arbitrio senza disturbare il mio prossimo né chiunque gli sia prossimo. Ho venticinque anni, ma anche se ne avessi novanta mi sentirei ugualmente giovane. Malgrado tutto anch’io sono un po’ educato e non occupo un posto nella società, ma lo cedo volentieri a qualunque persona che sia gravida di ambizioni. Viaggio leggero. Se il mio bagaglio di giudizi trascurabili venisse smarrito di certo non andrei a reclamarlo. Non voglio limitarmi a rinnovare gli elogi verso la vita e approfitto di queste righe virtuali per appuntare l’arrivo di alcuni ospiti nel mio giardino. Qualche settimana fa una gatta è stata abbandonata e si è rifugiata dentro il perimetro della mia abitazione assieme ai tre frutti del suo parto recente. Ho già battezzato i nuovi arrivati. La madre l’ho chiamata Enola, come l’Enola Gay, il maschio grigio De Gaulle, l’altro maschio Hirohito e la femmina Maginot, come la linea di fortificazioni d’oltralpe che fu voluta da André Maginot. I nuovi felini si aggiungono a Mata Hari e Eisenhower. Alla luce di tutto questo, penso che potrei aprire un rifugio per gatti e chiamarlo “Risiko”. Per qualche vita che viene, ce n’è qualcun’altra che va e questo vecchio adagio del mondo non smette mai di essere attuale. Durante l’estate sono spirate due persone nei dintorni della mia zona ed entrambe sono decedute lungo una strada che attraverso spesso a corsa o in bicicletta. Ho avuto sempre un contatto indiretto con la morte e forse è per questo motivo che non mi scompone sebbene un giorno mi decomporrà. Non ho bisogno di conoscere la data di scadenza della mia vita. Mi auguro sempre di vivere a lungo e di andarmene per una morte naturale, tuttavia se ciò non dovesse accadere non penso che avrei le forze per lamentarmi e di sicuro mostrerei un po’ di rigidità cadaverica nei confronti dei medici. C’est la vie.

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1
Set

Prima che cadano le foglie

Pubblicato martedì 1 Settembre 2009 alle 23:41 da Francesco

Una buona parte dell’estate ha già fatto il suo corso e ormai le cancellate autunnali distano meno di un mese. Il fatto che anche d’inverno io indossi abitualmente t-shirt e pantaloni corti suggerisce come per me esista soltanto una stagione; non mi lascio influenzare dal calendario né da qualche virus contagioso. La mia esistenza continua a procedere serenamente con il suo moto lineare, tuttavia mi auguro che ancora per molto tempo la stessa linearità non caratterizzi anche il mio encefalogramma. Non ho nulla da obiettare a me stesso né al mondo in cui vivo. Sono un individuo pacifico e non mi armo d’impegno per puntare verso traguardi comuni. Tutte le mie mancanze emotive sono compensate da loro stesse, ovvero dalle assenze interiori che producono ed è da questa particolarità straordinaria che si origina una delle molteplici ragioni per cui io elogio il vuoto (in una sua accezione particolare, ovviamente). Non frequento la sofferenza e non ho la facoltà di dissolvere quella che s’insinua nelle vite dei miei simili, tuttavia ho l’impressione che alcune forme di dolore siano il frutto di una volontà remissiva. Se fossi abbastanza arrogante e più stupido del necessario, dall’alto della mia indipendenza affettiva negherei l’importanza di qualsiasi rapporto interpersonale e in questo modo compirei un atto di piaggeria verso il mio Ego, ma ancora una volta tengo alla larga dalle mie convinzioni qualsiasi esternazione così puerile e mendace. Non sono una persona fredda benché la mia affabilità disinteressata possa indurre qualcuno a credere il contrario. Sono passati due anni mezzo dall’ultima volta che ho scambiato parole maschili di un certo peso con quelle di una esponente del sesso opposto. Questa penuria comunicativa non è certo dettata da una mia scelta, ma dipende esclusivamente dal caso che non può essere sempre prodigo di occasioni e per questa ragione non vedo nulla di anormale nell’assenza protratta di determinati discorsi che io considero tali soltanto vis-à-vis. A me il tempo piace e il suo passaggio non mi disturba affatto.

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