30
Mag

Come dinamismo futurista

Pubblicato sabato 30 Maggio 2009 alle 23:30 da Francesco

Ho ripreso a scrivere il mio secondo libro, ma sono ancora molto lontano dalla sua conclusione e mi auguro di terminarlo sotto le armi. Non ho ancora notizie della mia domanda di arruolamento per un anno nell’Esercito Italiano e spero di saperne qualcosa in più entro la fine della prossima settimana. Questo mese ho tenuto il conto delle mie sessioni podistiche e dal primo di maggio fino a oggi ho percorso trecentosei chilometri con diciassette uscite da diciotto chilometri l’una, inoltre ho migliorato anche il mio record personale su questa distanza e sono riuscito a coprirla in un’ora, ventuno minuti e quarantotto secondi con una media a chilometro di quattro minuti e trentatré e una velocità media lievemente superiore ai tredici chilometri orari. Ogni tanto, durante le mie corse, incontro un podista di mezza età che per me rappresenta un modello di invecchiamento da imitare. Ho parlato diverse volte con questo atleta e sono rimasto colpito dalla passione con la quale si dedica alla sua disciplina. Io non sono un agonista e non posso esserlo perché non ho abbastanza motivazioni per migliorare in modo significativo il mio rendimento sebbene abbia fatto qualche bel progresso rispetto a un anno fa. Corro per sublimare il mio tempo e per amare me stesso al cospetto della mia stupenda solitudine. La fatica che si manifesta con il sudore e con l’aumento del battito cardiaco per me è simile a un crinale da cui il mondo mi appare minuscolo. Non so quale sia il mio talento, ammesso che io ne abbia almeno uno, e per questa ragione punto tutto sulla resistenza psicofisica. Sono tremendamente contento di vivere e anche nei momenti più bui, quando non mi conveniva supporlo, ho sempre sospettato che l’esistenza umana potesse essere così piacevole.

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24
Mag

André Matos a Prato

Pubblicato domenica 24 Maggio 2009 alle 11:02 da Francesco

Ieri mi sono recato insieme al grande B. al Siddharta di Prato per una serata dedicata agli Iron Maiden. Tra gli interpreti della Vergine di Ferro spiccava un nome che suona familiare a ogni amante dell’heavy metal: André Matos. Quest’ugola doro del Brasile ha eseguito i pezzi di Steve Harris e soci con l’ausilio dei Clairvoyants che strumentalmente hanno reso giustizia alla band inglese. Matos oltre ad avere doti canore fuori dal comune è anche un ottimo intrattenitore e una persona umile, infatti dopo il live si è dedicato a una lunga sfilza di autografi. Oltre alle cover degli Iron Maiden sono stati proposti altri classici tra cui “Burn” dei Deep Purple. Alla fine di “Flight of Icarus” il pubblico (me compreso) è rimasto un po’ perplesso perché il brano non era stato concluso, ma dopo un minuto, quando sembrava che stesse per iniziare un altro pezzo, Matos ha detto queste testuali parole: “Italia, devo dirvi una piccolissima cosa”. Qualche secondo dopo l’ex frontman degli Angra ha lanciato un grandissimo acuto e ha completato “Flight of Icarus” che io e il resto dei presenti credevamo ormai incompiuta. Devo ammettere che questo exploit mi ha esaltato moltissimo. L’acustica del Siddartha alle mie orecchie è risultata buona come nei concerti precedenti. Per quanto mi riguarda Matos ha interpretato Bruce Dickinson come pochi sanno fare, ma la mia stima nei suoi confronti proviene da più lontano e in particolare dai suoi dischi con gli Angra con i quali ho imparato a conoscerlo e di cui ho le copie originali da qualche anno: “Angels Cry” e “Holy Land”. La chiusa perfetta di questo appunto è un video di Matos in cui quest’ultimo esegue la celebre “Carry On” durante la sua parentesi con gli Shaaman.

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18
Mag

Sophrosyne

Pubblicato lunedì 18 Maggio 2009 alle 22:36 da Francesco

La mia serenità perdura in questi giorni di maggio come nel corso degli inverni più rigidi ed è immune da qualsiasi tipo di influenza esterna. Adoro la costanza positiva della mia condizione psicofisica. Non ho problemi, ma non avrei problemi ad averne. A me la vita piace molto e trovo che il mio vuoto esistenziale assomigli a uno specchio d’acqua cristallino in cui posso nuotare liberamente. Il vuoto a cui mi riferisco non è quello che ogni giorno produce drammi e disastri a mo’ di catena di montaggio, ma è qualcosa di completamente diverso che come al solito non sono in grado di schematizzare. In me certi bisogni sono assenti e altri sono ancora assopiti dato che non si sono mai destati del tutto. Non posso avere il controllo su ogni cosa e neanche pretendo di ottenerlo, ma provo una gratificazione enorme e silenziosa di fronte a ogni manifestazione della mia volontà. Non mi sono incanalato in nessuna delle tre vie di Kierkegaard né in quella di coloro che vorrebbero ridurle come l’esercito tedesco voleva ridurre il ponte di Remagen. Sono uno spettatore che gareggia con sé stesso. Ormai a livello interiore per me è tutto molto semplice e la facilità con cui orchestro me stesso non mi sorprende più. Sono vicino al compimento del mio primo quarto di secolo e ne sono felice perché apprezzo la mia età. Io navigo a vele spiegate benché possa sembrare che la mia rotta sia destinata a condurmi al largo. Ogni tanto esamino le vicende altrui per avere il polso dell’umore generale e spesso trovo ridicoli molti problemi personali, ma non cerco soluzioni per faccende che non mi riguardano ed evito di commentarle a meno che non mi venga richiesto. Sono poche le evenienze che reputo serie, ma non ce n’è una che possa sottrarsi al mio approccio ironico. Snobbo qualche discorso: un po’ per spocchia e un po’ per non annoiarmi. Mi piace la stanchezza salutare e il riposo che la segue. Sono vivo anche quando non emetto suoni per lunghi periodi.

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14
Mag

Resoconto saltuario

Pubblicato giovedì 14 Maggio 2009 alle 21:02 da Francesco

La scorsa settimana ho effettuato sei sessioni di corsa da diciotto chilometri l’una e in totale ho coperto una distanza di centotto chilometri. Ho riposato completamente per un giorno tra la prime tre sessioni e le ultime. Nel quarto giorno di allenamento, ovvero venerdì, sono riuscito a fare quanto mi ero ripromesso qualche giorno prima e ho corso diciotto chilometri in un’ora e ventiquattro minuti, quindi la mia andatura ha avuto una velocità media lievemente al di sotto dei tredici chilometri orari e mediamente ho mantenuto un passo al chilometro di quattro minuti e quaranta secondi. Quest’ultimo risultato per me è notevole benché non sia nulla di speciale, ma devo ancora lavorare un po’ affinché diventi costante dato che attualmente impiego in media un’ora e trenta minuti per completare il percorso. Le unghie dei miei alluci sono ancora viola e dubito che torneranno presto al loro colore originale, ma non mi dolgono e per me questa è la cosa più importante. Il mio fisico sta bene e ovviamente anche la mia interiorità brilla di luce propria; d’altronde se la mia mente non fosse sgombra io avvertirei una fatica enorme durante l’attività motoria. Ho una discreta conoscenza del mio corpo e so che posso chiedergli ancora di più. Cerco di lavorare sulla resistenza dato che quest’ultima è sempre stata la mia priorità in ogni campo e all’uopo si è dimostrata molto importante, quasi fondamentale.

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10
Mag

Riprese nipponiche

Pubblicato domenica 10 Maggio 2009 alle 20:57 da Francesco

Finalmente mi sono deciso a spendere qualche minuto per montare le immagini che ho ripreso durante il mio ultimo soggiorno nel Sol Levante. Riguardo sempre con piacere i video dei miei viaggi, ma non vengo mai colto dalla nostalgia. Ho selezionato diciassette minuti da appuntare su queste pagine: adoro il secondo spezzone! Questa volta il materiale filmato è risultato più breve poiché parecchie cose le avevo già immortalate nel corso della mia prima esperienza nipponica.

Prima parte 

 

Seconda parte 

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6
Mag

Galoppare

Pubblicato mercoledì 6 Maggio 2009 alle 00:31 da Francesco

In questo periodo ho aumentato la frequenza delle mie sessioni podistiche e le unghie dei miei alluci sono diventate violacee. Da alcuni mesi a questa parte ho cambiato l’itinerario lungo cui mi alleno; prima correvo in pineta per sedici chilometri. Ormai copro abitualmente una distanza di diciotto chilometri sull’asfalto in novanta minuti e questo significa che mantengo una velocità media di 11,87 chilometri orari, ovvero impiego cinque minuti e tre secondi a fare un chilometro. Quando correvo in pineta, grazie al tipo di terreno e alla distanza inferiore del tragitto, le mie medie erano migliori, tuttavia sono soddisfatto della mia andatura e di come il mio corpo reagisce alle sollecitazioni a cui lo sottopongo. Non ho grandi obiettivi per il futuro, ma vorrei coprire la distanza su cui mi alleno attualmente portando il tempo medio in cui percorro un chilometro sotto i cinque minuti e dato che adesso impiego mediamente cinque minuti e tre secondi a chilometro, questa meta non mi sembra irraggiungibile. La corsa mi ha dato molto e continua a darmi parecchio sebbene talvolta sia estenuante. Qualche anno fa ho iniziato a pedalare e in mountain bike mi sono preso le mie soddisfazioni a livello personale, ma poi sono sceso dalla sella e ho iniziato a correre più seriamente di quanto avessi mai fatto in precedenza. Ovviamente le mie medie sono lontane da qualsiasi velleità agonistica, ma in ogni sport individuale ho sempre cercato un confronto con i miei limiti e non ho mai preteso di essere superiore a qualcun altro. La mia esperienza mi induce a dare un’importanza fondamentale all’attività fisica per come quest’ultima influisce sull’umore e sull’equilibrio interiore.

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