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Equilibrio abituale

Pubblicato domenica 17 Febbraio 2008 alle 05:31 da Francesco

Le elezioni si avvicinano in diverse zone del mondo, le stragi nelle università statunitensi si ripetono, le ingerenze clericali si insinuano nella vita laica e le morti bianche aumentano giorno dopo giorno. Le promesse si intrecciano ambiguamente con la realtà, le nascite seguono le morti e viceversa, le droghe scuotono i corpi degli schiavi indipendentemente dal loro reddito e recludono le menti in una spirale analgesica. Qualcuno consegue una laurea e qualcun altro finge di fare altrettanto per guadagnare un po’ di tempo da spendere nell’apatia della sua rovina. Il presente galoppa a un ritmo incommensurabile e chi lo cavalca ne conosce la leggerezza, ma credo che alcune persone preferiscano sprofondare con le zavorre del passato per imprecare contro qualcuno o qualcosa. Io continuo a percorrere un sentiero che non conduce né a un paradiso celeste né all’appagamento passeggero dei sensi. Gestisco la solitudine con maestria e ne apprezzo gli insegnamenti taciti. Non ignoro i miei simili come sostengono taluni e spesso ascolto le opinioni altrui, ma preferisco trascorrere il mio tempo da solo invece di spenderlo per ricavare un ruolo apparente nella società. Adoro la vita e stimo alcune menti. La mia esistenza è piacevole, ma capisco che possa suscitare qualche perplessità a chi la osserva da un’altra angolazione: non pretendo che tutti gli occhi vedano la stesse cose anche nel caso in cui siano puntati sullo stesso punto. L’alba risiede ad alcune ore di distanza dal momento in cui sto scrivendo e attendo di raggiungerla per correre al suo cospetto lungo le strade del mio comune.

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