31
Mag

La bilancia degli avvenimenti

Pubblicato giovedì 31 Maggio 2007 alle 03:36 da Francesco

Ogni tanto qualcuno si lamenta perché le sue buone azioni non ricevono una ricompensa. Penso che sia una pessima idea cercare di trarre profitto dalla propria filantropia e non lo affermo da un punto di vista morale, ma sostengo quanto ho appena scritto dalla prospettiva di un mercante. Non mi aspetto premi dalla sincerità, ma la osanno ugualmente e la invito spesso nella mia vita perché non voglio prescindere dalla sua presenza. Per me l’attimo fuggente non si trova nello stupro del presente. Penso che la natura dell’edonismo sia nobile, ma credo che la sua pratica deleteria ne annichilisca la natura originaria. Il piacere per me non si annida nell’avidità con cui le mani e la mente tentano di appropriarsi di ogni possibilità che compare nei loro perimetri. Le rinunce arricchiscono l’importanza e il valore di determinate situazioni, ma spesso privarsi deliberatamente di qualcosa che si apprezza sembra illogico e masochistico. Credo che la sofferenza sia un passaggio obbligatorio per raggiungere determinate mete emotive e per affinare l’ordine delle priorità personali, ma non la considero un punto di arrivo come invece accade in alcuni culti incentrati velatamente sull’autodistruzione. Cerco di salvaguardare il mio orientamento interiore per non perdermi nelle influenze degli eventi ostili. Non ho mai accettato le scorciatoie delle fedi meccaniche e a tutt’oggi lascio che una determinata voglia di sapere mi guidi nel tempo.

Categorie: Parole |

30
Mag

Delizia pacata

Pubblicato mercoledì 30 Maggio 2007 alle 07:04 da Francesco

Mi sento bene. Ogni tanto vado in cerca di qualche pensiero triste per evitare che il mio stato d’animo dorma sugli allori. Le mie giornate solitarie hanno uno splendore intrinseco che non è facile illustrare con le parole. Una grande forze interiore mi accompagna durante le ore di veglia e non ha legami con nessuna fede oppiacea, ma giace comodamente tra il mio intelletto e le mie emozioni. Non è sempre facile alzarsi senza nessuno accanto, ma anche il vuoto ha un suo fascino e credo che la capacità di apprezzarlo senza idealizzarlo possa ampliare la propria concezione di gioia. In passato sono stato al servizio della malinconia e per molto tempo ho celebrato questa sudditanza. Spesso ho accettato fatiche lancinanti per incensare le espressioni banali dello sconforto e da questi sforzi inutili ho ricavato solo prostrazione. L’autocommiserazione è una tentatrice, ma la realtà non si trova nel suo seno. Allontano con un gesto d’indifferenza le consolazioni che vengono sibilate dai miei simili. Non voglio giustificazioni né speranze, ma solo verità e concretezza. Le acrobazie dell’intelletto le lascio a chi ama discorrere per pura speculazione. Percorro chilometri, sfoglio pagine, inglobo idee e cerco di allargare i canali della mia espressività per dare una forma ai concetti che transitano nel mio emisfero destro.

Categorie: Parole |

29
Mag

Folate d’improvvisazione

Pubblicato martedì 29 Maggio 2007 alle 07:18 da Francesco

Un mistico implora disperatamente il suo dio affinché chieda alla verità di sottotitolare il pensiero di ogni essere umano per ingrandire lo scheletro della comprensione. Alcune lanterne illuminano una festa serale che si svolge di fronte a una spiaggia quasi deserta e un pescatore ne osserva compiaciuto le esplosioni di allegria mentre si dirige a casa. Sul globo terrestre si trovano prove inconfutabili che consacrano continuamente l’egemonia del malessere, ma in alcuni anfratti del pianeta gli eventi si avvicendano rigogliosamente. Uno stormo di aeroplanini di carta sorvola l’oceano Atlantico e un bambino sorridente lo osserva dal finestrino di un aereo che precipita. I bagagliai di certe auto trasportano sostanze infette lungo le arterie metropolitane. Sguardi innocenti e proposte di natura opposta salgono e scendono come il Nikkei. Un personaggio strambo sottoscrive un’assicurazione sulla sua morte. Egli riceverà un indennizzo qualora qualcuno lo riportasse in vita in questo mondo di ladri e di negromanti. Un affittacamere dà la chiave di una camera a gas a un giovane ebreo che studia storia e cede la chiave di una camera iperbarica a un medico senzatetto. Il tempo è uno strozzino che incassa i ricordi e dà felicità a credito, ma certi spacconi con il sorriso stampato perennemente sul volto riescono a fregarlo e sono loro gli eroi anonimi di un mondo assuefatto a forme poco incisive di benessere. Una giornata nuvolosa e ventosa può essere più illuminante di ogni apparizione solare.

Categorie: Parole |

28
Mag

L’estate che verrà

Pubblicato lunedì 28 Maggio 2007 alle 07:25 da Francesco

L’estate si avvicina e durante la sua permanenza nasceranno quelle famose infatuazioni che non ho mai conosciuto. Le spiagge saranno popolate dai giochi d’acqua e dal narcisismo. Qualche anima malinconica si sveglierà presto e andrà a sedere sopra gli scogli illuminati dalle prime luci dell’alba per inseguire banalmente dei barlumi di poesia paesaggistica. Gli ombrelloni coloreranno i litorali e per un attimo ruberanno l’attenzione di un pilota dai comandi del suo ultraleggero. I fondali ospiteranno le immersioni e culleranno il divertimento dei subacquei. In una casa sul mare affittata per un paio di mesi due fidanzati condurranno un po’ di vita domestica e molta attività turistica all’ombra dei loro sentimenti. I ragazzini perderanno tempo per le strade del paese e ogni tanto tireranno qualche calcio svogliato a un Super Tele sgonfio. Il sole dispenserà abbronzature e tumori alla pelle. I telegiornali daranno notizie catastrofiche sulle temperature e sul traffico. La partenza per le vacanze e il rientro dalle medesime sono riti laici che ricordano certe penitenze religiose. Il cosiddetto italiano medio tenterà di tradire sua moglie e bambine travestite da donne si concederanno a uomini senza scrupoli che le tratteranno come bersagli in movimento all’interno dei locali in voga. Lungo lo stivale italico ci saranno numerose occasioni di aggregazione: concerti, mostre e spettacoli teatrali. Un anziano morirà da solo a causa del caldo e solo il fetore del suo cadavere richiamerà l’attenzione di chi lo ha sempre ignorato. Gli obiettivi dei paparazzi punteranno le località più facoltose della penisola italiana e produrranno quantità ingenti di noia mediatica che troverà troppo spazio in televisione e sulla carta stampata. Per quanto mi riguarda non ho progetti per l’estate e penso che passerò questo periodo torrido in solitaria come gli altri anni. Non vedo l’ora di nuotare lentamente.

Categorie: Parole |

27
Mag

Il sole che sorge e lo stomaco che insorge

Pubblicato domenica 27 Maggio 2007 alle 03:49 da Francesco

Nelle ultime ore ho provato ad addormentarmi più volte ma non ci sono riuscito. Il mio stomaco brontola ma nella mia dispensa c’è solo tanto spazio. Sono insonne, affamato e di conseguenza sono predisposto all’accoglienza di pensieri depressivi. Attendo pazientemente le prime luci domenicali per uscire di casa e rifocillarmi. Penso che la noia sia il modo peggiore per investire il proprio tempo e sono ancora alla ricerca di un’alternativa per ottenere qualcosa dai miei minuti. Sono nato con la pappa pronta, ma a volte mi sembra che qualcosa abbia scaraventato via il mio piatto. Mancano quasi sette anni al raggiungimento della mia terza decade e temo che troppi momenti sterili riducano eccessivamente il valore che attribuisco alla mia vita. Esercito sia il corpo che la mente, ma di tanto in tanto ho la sensazione che il mio allenamento psicofisico non sia altro che un diversivo speculativo. Combatto costantemente con la paura del futuro e cerco di non ascoltare i timori che mi respirano sul collo. Ho molto da dare e anche se potessi non lo svenderei per qualcosa di vacuo. Cerco di proteggere il mio lato buono dalle infezioni dei mesi troppo quieti. Se fossi fazioso affermerei che prima il mondo dondola la felicità davanti al tuo volto per fartela annusare e poi ti sferra un fendente alla gola quando tenti di appropriartene, ma in realtà credo che questa visione della vita possa germogliare solo grazie a un’ottica ottusa. Il fatalismo è il padre delle giustificazioni più pericolose, ma per esperienza personale mi rendo conto di come talvolta possa essere difficile assumersi la responsabilità dei propri fallimenti. Ogni uomo probabilmente è artefice del suo destino, ma a quest’ora mi basterebbe avere la facoltà di moltiplicare i pani e i pesci per infrangere l’apatia del mio apparato digerente.

Categorie: Parole |

26
Mag

Allan Holdsworth a Ciampino

Pubblicato sabato 26 Maggio 2007 alle 06:03 da Francesco

Ieri sera sono andato a Ciampino per vedere il concerto di uno dei più grandi chitarristi che questo pianeta abbia mai avuto l’onore di ospitare, ovvero Allan Holdsworth. La performance si è svolta in un locale che si chiama “Stazione Birra” e che ricorda molto certe mecche jazzistiche di New York come il celebre “Blue Note”. Sono rimasto colpito dalla passione dei proprietari del locale e dalle fotografie dei musicisti che sono riusciti a portare sul loro palco: Carl Palmer, Billy Cobham, Steve Hackett, Tony MacAlpine, Carl Verheyen, Paul Gilbert e molti altri. Con Allan Holdsworth hanno suonato altri tre mostri sacri: Chad Wackerman alla batteria, Jimmy Haslip al basso e Alan Pasqua alle tastiere. Durante il concerto ho perso la percezione del tempo, ma credo che la sua durata non sia stata inferiore ai novanta minuti. Mi ha sorpreso Jimmy Haslip con l’impugnatura mancina, con i suoi assoli di basso e con le sue smorfie. È incredibile come queste quattro leggende viventi facciano sembrare semplici le loro esecuzioni. Sono rimasto esterrefatto dall’intesa di questa grande formazione e i loro continui scambi di sguardi e di ammiccamenti durante i loro virtuosismi senza fine mi hanno fatto comprendere quanta padronanza abbiano dei loro strumenti. Allan Holdsworth ormai ha sessantuno anni, ma il suo tocco sulla SynthAxe è ancora lo stesso. I proprietari del locale hanno ripetuto a più riprese che agognavano l’avvento di Holdsworth dal giorno dell’apertura. Credo che questo concerto sia stato il momento più bello della mia vita da dieci anni a questa parte. Il pubblico era un po’ attempato, ma ho notato anche qualche mio coetaneo tra i presenti. Acustica impeccabile, locale suggestivo e quattro dei della fusion insieme: posso morire felice. Di solito non mi concedo facilmente all’idolatria, ma questa volta non posso farne a meno.

Allan Holdsworth

Categorie: Immagini, Parole |

25
Mag

Annotazioni personali ed ecatombe planetaria

Pubblicato venerdì 25 Maggio 2007 alle 11:01 da Francesco

Gli ultimi due giorni sono stati quasi torridi e ho preferito trascorrerli in casa a riposarmi con le persiane chiuse e la mente spalancata. È tempo di magra per la mia bancarella di frasi, infatti riesco a scambiare solo poche parole di scarso valore con i miei interlocutori saltuari. In questo periodo non ho molte cose da dire e mi limito ad assecondare il processo vitale della mia ennesima stasi semantica. Di mattina mi piace guardare “Duke of Hazzard” in televisione: questo vecchio telefilm imperniato sugli inseguimenti rurali mi ricorda l’infanzia. Equazione ambientale: Atlantide sta all’acqua come Napoli sta ai rifiuti. Le sconfitte altrui alimentano la soddisfazione sportiva più delle proprie vittorie. Tradimenti e tentativi di rapina sfociano nel sangue e le telecamere riprendono tutto al delta di ogni tragedia. L’informazione viene edulcorata o acuita a seconda delle tendenze dell’audience. A me manca l’affetto mentre a una ingente percentuale dei miei coetanei terzomondisti manca l’acqua. La Corea del Nord alza il tiro più che può prima che l’esportazione della democrazia abbassi il suo capo. Telecamere ovunque. Il Grande Fratello di Orwell è in mano alla gente comune: ogni fotocamera è pronta a immortalare atti nefasti e fatali. La gente si controlla a vicenda e dati macabri viaggiano via etere. L’empatia implode, un’onomaturgia selvaggia adultera il linguaggio e crea incomprensioni vaste come le zolle tettoniche. Se fossi in grado di scrivere un romanzo mi piacerebbe concluderlo con questa frase: “Non si può avere tutto, infatti basta possedere ciò che si può distruggere”.

Categorie: Parole |

24
Mag

A tu per tu con me stesso

Pubblicato giovedì 24 Maggio 2007 alle 00:46 da Francesco

L’istinto è un’arma a doppio taglio e spesso devo contrastare il suo lato nocivo per evitare che prevalga nelle mie azioni. Qualche giorno fa ho scritto che dentro di me si annida una grande voglia di amare, ma porto in grembo anche un odio profondo per la somma delle mie sconfitte esistenziali dal quale attingo energia per allenarmi fisicamente. Per esercitare la mente cerco di sfruttare i momenti di relax, ma ultimamente non ne ho molti. Vivo sotto pressione anche se non ho impegni né responsabilità. Un male oscuro mi marca a uomo, ma riesco ad allontanare la sua presenza quando gioco d’anticipo con la mia personalità. Credo che ci voglia una giusta dose di cattiveria e di determinazione per reggere gli attacchi dello sconforto e della pesantezza di vivere. È proprio nei momenti più bui che il mio talento si esalta. Sono stato un individualista per scelta e adesso lo sono contro la mia volontà: conosco entrambe le facce di questo ruolo pericoloso e mi sento un fuoriclasse della solitudine. Ammiro la mia capacità di sopportazione e la mia voglia di rimanere ancorato il più possibile alla realtà anche quando si rivela scomoda per il mio tornaconto emotivo. Il vittimismo è un campionato per dilettanti mentre il delirio e la furia per la lotta contro i propri limiti rappresentano la massima serie a cui la propria forza psicofisica può ambire. Schiero un cuore che pulsa, un lato poetico, una motivazione severa e una riserva di energia grezza. Sono giovane e al tempo stesso sono un veterano dei campi vuoti. È il fascino della fatica e l’orgoglio che riveste la possibilità di essere sconfitto per sempre che alimenta la mia estasi e nutre le mie giornate. Giochiamo a oltranza.

Categorie: Intimità, Parole |

23
Mag

Sotto una nuvola

Pubblicato mercoledì 23 Maggio 2007 alle 17:45 da Francesco

Ieri mi sono alzato alle quattro di mattina e dopo un paio di ore sono uscito di casa con la mia bicicletta. Prima sono andato a Porto Santo Stefano, poi ho percorso la salita di via Campone e infine ho proseguito verso Porto Ercole lungo un percorso che ormai conosco a menadito. Le nuvole erano abbastanza basse e nel punto più alto del mio itinerario ho avuto modo di osservare i loro movimenti da vicino. Ormai non faccio altro che pedalare e riposarmi. Non sono un estimatore del ciclismo, ma vado in bicicletta per sfogarmi e per non perdere il contatto con i luoghi in cui sono cresciuto. Talvolta mi sforzo molto in salita e le mie ginocchia ne risentono. La stanchezza mi fa sentire dolce. Mi piace mettermi sotto le coperte dopo una giornata faticosa e sono contento quando riesco a godere a pieno del mio riposo: per me si tratta di una delle migliori soddisfazioni disponibili per la mia esistenza. Chilometro dopo chilometro semino in volata i pensieri vacui e le riflessioni un po’ angoscianti. Il sudore lava il mio stato d’animo e mi fornisce sensazioni potenti che mi rendono meno incline alla mestizia. A volte per essere felice mi basta raggiungere una radura taciturna e pisciare al suo centro senza preoccuparmi di nulla. Stasera guarderò la finale di Champion’s League e non tiferò per il Liverpool né per il Milan, ma supporterò unicamente la figura carismatica di Ivan Gennaro Gattuso.

Categorie: Parole |

22
Mag

Difficoltà a colori

Pubblicato martedì 22 Maggio 2007 alle 03:48 da Francesco

Se fossi un attore i critici mi accuserebbero di non bucare lo schermo e io converrei con il loro giudizio. Non so recitare, ma vivo in una commedia dove individui di diverso calibro culturale s’impegnano a interpretare il ruolo che si sono assegnati. Non intendo colpevolizzare qualcun altro per i miei sbagli e per le mie mancanze. Sono in dirittura d’arrivo per i miei ventitré anni e finora non sono mai riuscito a dare o ricevere amore, persino mia madre ha preferito allontanarmi un po’ per ricongiungersi con quel figlio di troia del mio presunto padre. Sono stato declassato e messo da parte più volte, ma ormai ho tagliato i viveri all’autocommiserazione e mi adopero da tempo immemore per il mio riscatto. Ammiro molto me stesso e lo affermo senza modestia. Non so ancora quale sapore abbia il primo bacio e non sono mai stato in grado di attrarre qualcuno, ma ho riserve infinite di energia e porto in spalla una voglia di amare che si scontra quotidianamente con la realtà. Ho aumentato il mio passo, adesso ho una marcia più alta e con questo ritmo serrato cerco di doppiare i limiti che mi rallentano. Lascio ad altri il compito di piangersi addosso e il piacere di correre a braccia aperte contro un Intercity in movimento. Certe volte la mia costanza ha dei cali e puntualmente cado in baratri emotivi che per uno o due giorni mi impediscono di fare qualsiasi cosa, ma ho imparato a percepire questi momenti come delle indispensabili occasioni di riposo. Il livello di difficoltà della mia esistenza è condizionato anche dall’assenza di sostanze psicotrope, da lunghi e intensi momenti di isolamento, da una discreta collezione di fallimenti e da una totale mancanza di affetto psicofisico, ma ognuna di queste menomazioni interiori mi conferisce il propellente adatto per procedere verso traguardi aulici. Ho dei bisogni celestiali che mi bruciano nell’addome e mi sento vivo in mezzo a visioni funeree.

Categorie: Intimità, Parole |