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Lode a me stesso

Pubblicato martedì 26 Dicembre 2006 alle 23:00 da Francesco

Sono immerso in un altro giorno senza personalità, ma le sfumature monotone delle ore di veglia non costituiscono un grande problema per la mia serenità. Il modo in cui i palazzi recepiscono la luce del sole non mi suggerisce nulla di nuovo. Ho una buona tolleranza al freddo e ogni tanto esco a maniche corte per dimenticare il gelo che attanaglia la mia interiorità. Non c’è nulla che mi intimorisca in questa fase della mia vita e mi chiedo se sia un bene. A volte ho degli scatti d’ira solitari a seguito dei quali le mie nocche colpiscono oggetti di varia forma che puntualmente arrestano la loro caduta sul pavimento della mia stanza. Le fauci bavose delle frustrazioni cercano di sfondarmi lo sterno per uscire allo scoperto. Addomestico il mio lato peggiore con la pazienza, ma in certi momenti la negatività, che si è deposta nel corso degli anni sul fondo delle mie sensazioni, sfugge al mio controllo e assume le sembianze inodori del monossido di carbonio. Sono sotto pressione. Le contraddizioni mi guardano minacciosamente, le mancanze affettive balbettano frasi insensate, alcuni drappelli di rimpianti partigiani esigono un ruolo di primo piano nella mia esistenza e un folle dottore senza scrupoli vuole iniettarmi dosi massicce di stress. La fortuna è una troia che ultimamente si rifiuta di battere dalle mie parti. Un orgoglio positivo sorregge la mia saluta psichica. Sono il mio migliore amico, il mio angelo salvatore. Sono una carezza artificiale che mi fa sentire importante.

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