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Le mie due decadi

Pubblicato lunedì 30 Gennaio 2006 alle 05:22 da Francesco

Ho ventuno anni e mi sento ancora troppo giovane (probabilmente perché lo sono) per avere una visione completa del mondo che mi circonda, tuttavia sto iniziando a farmene un’idea. Il mio unico amico è un rumeno che ho conosciuto circa tre anni fa, non parliamo la stessa lingua e per questo motivo abbiamo coniato un linguaggio italo-anglo-rumeno per comunicare. Conobbi Bogdan, questo il suo nome, in una serata decembrina, e ricordo che iniziai a discorrere con lui dei tipici luoghi comuni sugli italiani. In ventuno anni non ho coltivato né l’amicizia né l’amore, infatti sono ancora vergine. Conosco diverse persone, ma con nessuna di esse ho un rapporto particolarmente stretto. Per me la solitudine non è mai stata un grosso problema e credo che continuerò a viverla ancora per un po’. So che passare un’intera esistenza da soli è pericoloso e per questo motivo voglio abbandonare la mia condizione solipsistica. Nella mia vita ho conosciuto tre ragazze e sono stato il loro più intimo confessore. Non riesco ad avere dialoghi a lungo termine con qualsiasi persona e ho sempre detestato le infatuazioni. Alcune persone mi guardano perplesse e mi tacciano di romanticismo quando dico loro che ho bisogno di essere innamorato per fare sesso, e che questo è il motivo per cui non ho ancora fatto collidere il mio pene con una vulva. Se mi interessasse la mera copulazione potrei recarmi sull’Aurelia o sulla Senese e accompagnarmi ad una troia; non è quello voglio, non mi basta. Salto di palo in frasca e dedico qualche parola ai miei primi anni di vita. Sono cresciuto a Orbetello, dove vivo ancora, e non voglio andarmene nonostante io ne abbia la possibilità; forse mi manca una buona ragione per lasciare questo nido provinciale. Durante l’adolescenza sono stato un disadattato e in parte lo sono ancora. Avevo la barba folta e i capelli lunghi, ascoltavo metal e idolatravo la violenza gratuita. Durante la mia giovane vita ho detto spesso cose molto pesanti a persone che non se lo meritavano; sono stato un cinico e un sadico. Dopo essermi diplomato al Liceo Linguistico ho deciso di non proseguire gli studi, e proprio quando ho smesso di sentire la pressione della scuola ho iniziato ad aprire la mente, a leggere, ad ascoltare e ad avere più cura del mio corpo. Non credo in nessun dio, non ho posizione politica, non seguo il calcio da tempo immemore e non sento il bisogno di avere un ideale. Se oggi un uomo anziano mi avvicinasse e mi chiedesse cosa desidero io gli risponderei: “Buonuomo, io voglio un viso da accarezzare, una menade che mi faccia conoscere le fibrillazoni cardiache, una idra con le teste di Venere e Minerva che desideri accompagnarsi a me tra erotismo e battaglia “. Le mie ultime parole sono volutamente ampollosse e le ho scritte per creare l’immagine idilliaca dei miei desideri più reconditi. Può bastare.

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